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Opus Dei nella bufera. Denunce in Vaticano per sfruttamento sul lavoro

Ex collaboratrici Opus Dei
Ex collaboratrici Opus Dei Diritti d'autore Diritti d'autore AP Photo
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Di Debora Gandini
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Le denunce arrivano da decine di donne che hanno lavorato come assistenti domestiche per l'Opus Dei. Secondo l'accusa lavoravano in condizioni illegali, senza retribuzione, e con orari massacranti

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Ora ha 56 anni Lucía Giménez. Per 18 anni ha lavorato, con altre 42 donne, in Paraguay e in Argentina per l’Opus Dei. Prestava servizio per i centri e le residenze della Prelatura personale della Chiesa cattolica. Un periodo terribile, un incubo, come ci racconta Lucia: "In quegli anni non riuscivo nemmeno più a dormire perché ero molto stressata, ci racconta. I direttori non hanno mai prestato alcuna attenzione a come mi sentivo fino a quando ho avuto una fortissima depressione".  

Ora insieme alle sue ex colleghe ha deciso di sporgere denuncia in Vaticano per sfruttamento sul lavoro e abusi di potere. Lei come altre donne, tutte molto credenti, era un’assistente domestica nei centri dell’Opus Dei. Secondo le accuse avanzate all’epoca nel gruppo c’erano anche minorenni che lavoravano in condizioni illegali, senza retribuzione, con orari massacranti e senza alcuna tutela.

“Dovevo solo sopportare quello che mi stava accadendo, pregando Dio di darmi la forza di non crollare. I superiori ci raccontavano di averci sempre pagato lo stipendio, ma io non ho mai visto soldi."
Lucía Giménez
Ex collaboratrice Opus Dei

Le accuse sulla potente associazione religiosa

Lucía Giménez racconta i suoi anni di lavoro per l’Associazione religiosa come un periodo in cui non aveva tempo di pensare. “ Dovevo solo sopportare quello che mi stava accadendo, pregando Dio di darmi la forza di non crollare. I superiori ci raccontavano di averci sempre pagato lo stipendio, ma io non ho mai visto soldi. Così ho deciso di andarmene. Nessuno mi ha detto grazie. Nulla.”

Sebastián Sal l’avvocato difensore di un altro gruppo di donne argentine che ha sporto denuncia ora chiede un maxi risarcimento. "Non sono storie inventate è una politica interna della potente associazione religiosa. La ricerca di donne religiose come queste è uguale in tutto il mondo. Sono stati segnalati casi simili in Africa. E poi anche in Messico. Anche in Spagna è un fenomeno molto diffuso.” Lucia Giménez e le sue colleghe ora pretendono le scuse pubbliche e gli aiuti economici per quanto subito. Un risarcimento dall’Opus Dei e dal Vaticano.

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