Un milione e 200 mila firma per il referendum sull'eutanasia

Sono state depositate in Cassazione le oltre un milione e duecentomila firme raccolte per chiedere un referendum sulla legalizzazione dell'eutanasia. I documenti sono stati depositati da Marco Cappato dell'associazione Luca Coscioni e dai coordinatori del comitato. Al “Palazzaccio” di Roma , sul Lungotevere, oltre a Marco Cappato e Filomena Gallo, cioè i dirigenti dell'associazione, erano presenti anche Mina Welby, vedova di Piergiorgio, e Valeria Imbrogno, la compagna di Dj Fabo, che sono state entrambe protagoniste di estenuanti battaglie per consentire ai loro cari il suicidio assistito.
La novità sta nel fatto che questa sottoscrizione presso l'ufficio centrale per i referendum della Suprema Corte italiana risulta essere stata la prima campagna al mondo a beneficiare della firma digitale. Per Cappato si tratta di una innovazione che non può spaventare.
La dinamica del referendum
Il quesito referendario propone l'abrogazione parziale dell'articolo 579 del codice penale che punisce l'omicidio del consenziente. Adesso le firme raccolte saranno vagliate dall'ufficio centrale per i referendum della Cassazione che deve verificarne la validità. Se per la Corte tutto va bene il dossier passa alla Consulta che deve stabilire l'ammissibilità del quesito. Se anche dai giudici costituzionali ci sarà il via libera, i cittadini italiani potrebbero essere chiamati alle urne per il voto in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno del 2022.
Le ragioni delle condizioni gravissime
«Nessuno dei cittadini vuole morire, anche chi è in gravi condizioni - ha detto Mina Welby - ma io credo che quando la sofferenza è talmente grande e terribile ognuno abbia il diritto di dire basta. Non è sempre necessaria l'eutanasia e questo lo voglio dire al Vaticano: a mio marito non è stato fatto il funerale nonostante la sua morte non fosse eutanasia, ma semplicemente un'interruzione della sua ventilazione artificiale, divenuta per lui insopportabile».