Tunisia, dalla Rivoluzione allo stallo politico. "Serve un governo forte"

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Diritti d'autore Euronews - Anelise Borges
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Di Anelise BorgesDebora Gandini
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Nel reportage di Anelise Borges uno sguardo sulla Tunisia attraversata da una crisi politica ed economica e da un'emergenza sanitaria

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Se non fosse per i militari davanti al Parlamento tunisino o piazzati nei pressi dell'ufficio del Primo Ministro ora vacante, la situazione qui in Tunisia potrebbe anche sembrare tranquilla. Invece il paese sta attraversando un altro momento critico della sua storia politica.

Da quando il 25 luglio il Presidente Kais Saied ha sciolto il Parlamento assumendo pieni poteri si grida allo scandalo. Colpo di stato per alcuni, una scommessa per un futuro migliore per altri. “Le cose vanno meglio. Kais Saied è molto bravo, dice un ambulante. Il Presidente sta braccando tutti i ladri".  

I ladri a cui si riferisce Abdelhamid sono i membri dell'élite politica tunisina, la loro reputazione ormai è rovinata da anni di cattiva gestione. “Hanno rovinato la rivoluzione” dice Abden Naceur Aouini. Questo avvocato è diventato uno dei simboli della Rivoluzione dei Gelsomini in Tunisia, dando il via a un movimento popolare che ha cambiato il volto di gran parte del mondo arabo.

Dalla Rivoluzione dei Gelsomini allo stallo politico

Era il 14 gennaio 2011 quando l’allora presidente tunisino Zine El Abidine Ben Ali lascia il Paese. Abden Naceur è stato il primo a sfidare il coprifuoco imposto dai militari e a festeggiare: "Ricordo ogni cosa, tutti i dettagli e la sensazione di vittoria, ci racconta. Sono stato arrestato due volte. Sono stato anche picchiato dalla polizia. Ma non mi sono mai arreso. Da quanto avevo 18 anni fino alla fuga di Ben Ali non ho mai rinunciato alla resistenza e alla lotta”.

" Il Presidente Saied dice di essere contro i poteri dittatoriali e ribadisce di voler rispettare le libertà e i diritti di tutti. C'è bisogno di un governo forte che non abbiamo ancora.”
Tahar Abdessalem
Analista politico

Da allora sono accadute molte cose. In questi dieci anni la valuta tunisina, il dinaro, ha perso il 50% del suo valore. La vita è diventata incredibilmente dura. L'impatto della pandemia è stato devastante. Proteste, scioperi, e tante sfide da affrontare.

Per Tahar Abdessalem, analista politico il Presidente Saied dice di essere contro i poteri dittatoriali e insiste nel ribadire di voler rispettare le libertà e i diritti di tutti. “Dice che lavorerà per garantire il benessere delle persone. Ma questo deve tradursi in politica pubblica ed è qui che c’è un problema perché per fare questo c’è bisogno delle istituzioni per affrontare le emergenze finanziarie, sanitarie, economiche e sociali. C’è bisogno di un governo forte che non abbiamo ancora.”

Messa a dura prova da mesi di stallo politico, da una forte crisi economica e da una nuova ondata di contagi, ora la Tunisia deve dimostrare a se stessa che poter risorgere più forte di prima. Imparando anche dagli errori del passato ma anche alle grandi rivoluzioni.  

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