condannato il progetto dei turco ciprioti, che vogliono riportare in vita il paradiso turistico abbandonato ormai dall'invasione del '74
Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha approvato venerdì, durante una sessione aperta, una dichiarazione di condanna riguardo agli annunci fatti "dai leader turchi e turco-ciprioti" circa il progetto di riportare il vita Varosia, il vecchio quartiere turistico di Famagosta, rimasto abbandonato e recintato col filo spinato fin dall'invasione turca di Cipro, nel 1974
"Tutte le azioni già intraprese per alterare lo status di Varosia - ha detto il rappresentante permanente di Cipro allì'ONU, Andreas Hadjichrysanthou - avvengono in violazione delle disposizioni molto chiare contenute nelle risoluzioni di questo Consiglio e devono essere annullate senza indugio. La gravità degli sviluppi a Varosha non può essere sottovalutata, né il suo impatto sulla pace a Cipro".
Il presidente cipriota Nikos Anastasias si era rivolto al Consiglio di sicurezza Onu dopo che le autorità turco cipriote avevano rivelato le proprie ambizioni quartiere, che fu un gioiello del litorale ed epicentro del turismo cipriota.
L'invasione turca di Cipro risale al 20 luglio 1974, esattamente 47 anni fa. Numerosi colloqui sostenuti dalle Nazioni Unite per riunire l'isola non hanno dato risultati.
La risoluzione 550 (1984) del Consiglio di Sicurezza dell'ONU considera inammissibile qualsiasi tentativo di colonizzazione di qualsiasi parte di Varosia da parte di persone diverse dai suoi abitanti e chiede il trasferimento di quest'area all'amministrazione dell'ONU. La risoluzione 789 (1992) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sollecita anche che, in vista dell'attuazione della risoluzione 550 (1984), l'area attualmente sotto il controllo della Forza di Pace delle Nazioni Unite a Cipro sia estesa per includere Varosha.
L'8 ottobre 2020, le autorità turco-cipriote hanno aperto parte dell'area recintata di Varosha, a seguito di un annuncio fatto ad Ankara il 6 ottobre. Sia il segretario generale dell'ONU che l'UE hanno espresso preoccupazione, mentre il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha chiesto l'inversione di questa linea d'azione.