Siti del "Patrimonio mondiale", l'Unesco rivede la lista

L'Unesco, l'organismo delle Nazioni Unite per la protezione della cultura e dei beni ambientali, si appresta a una revisione della sua lista dei siti dichiarati "patrimonio mondiale". Nella prossima riunione, la prima dopo il blocco dovuto alla pandemia, alcuni di essi potrebbero venirne esclusi, per modifiche causate dall'azione dell'uomo.
"Non si dovrebbe mai arrivare alla cancellazione di un sito, perché il dovere di proteggerlo è stato assegnato proprio a noi. Inoltre per i siti che sono unici e speciali dobbiamo essere certi che vengano trasmessi alle generazioni future", spiega Mecthild Rössler, direttrice del Centro del Patrimonio Mondiale.
I siti che rischiano la cancellazione sono la Selous Game Reserve in Tanzania, a causa della costruzione di una diga sul terreno, e nel Regno Unito, la vecchia città marinara di Liverpool.
In tutta la sua storia, solo due sono stati cancellati: l'Arabian Oryx Sanctuary in Oman nel 2007, a causa dell'esplorazione di petrolio e gas, e la Valle dell'Elba di Dresda in Germania nel 2009, dopo la costruzione di un ponte attraverso il sito.
A rischio retrocessione c'è anche la Grande barriera corallina, minacciata dall'azione dell'uomo, dall'inquinamento, dalla pesca irresponsabile e dal riscaldamento globale.
Tra gli altri sei siti che rischiano di finire sulla lista rossa ci sono anche la laguna di Venezia, minacciata dall'eccessivo turismo, le rive del Danubio, il quartiere del castello di Buda e il viale Andrássy di Budapest, e la valle di Kathmandu in Nepal.