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Putin chiede a Kiev di ritirarsi dall'Ucraina orientale e "promette" di non attaccare l'Europa

Il presidente russo Vladimir Putin partecipa ai colloqui Kirghizistan-Russia presso il complesso amministrativo Yntymak-Manas Ordo, a Bishkek, Kirghizistan, mercoledì 26 novembre 2025.
Il presidente russo Vladimir Putin partecipa ai colloqui Kirghizistan-Russia presso il complesso amministrativo Yntymak-Manas Ordo, a Bishkek, Kirghizistan, mercoledì 26 novembre 2025. Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Sasha Vakulina
Pubblicato il
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Putin chiede agli Usa il riconoscimento dei territori occupati in Ucraina e rifiuta colloqui con Kiev. Cresce l’incertezza diplomatica tra Mosca, Washington e Kiev

La crisi diplomatica tra Russia, Stati Uniti e Ucraina entra in una fase ancora più tesa. Durante una visita in Kirghizistan, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che Mosca pretende che Washington riconosca i territori ucraini occupati dalla Russia, chiarendo che il Cremlino non ha alcuna intenzione di rallentare la propria offensiva.

“Le truppe ucraine si ritireranno dai territori che occupano, e allora i combattimenti cesseranno”, ha affermato Putin. “Se non si ritireranno, lo faremo con la forza militare”. Un messaggio chiaro, che sembra escludere qualsiasi compromesso nelle immediate prospettive.

Putin chiude a Kiev e guarda solo a Washington

Nelle ultime settimane, Ucraina, Stati Uniti e Unione europea hanno chiesto a Mosca di accettare un cessate il fuoco come punto di partenza per riaprire negoziati diretti con Kiev. Ma giovedì Putin ha respinto anche questa possibilità, affermando che “firmare documenti con la leadership ucraina è inutile” e che sarebbe disposto a discutere solo con gli Stati Uniti.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha più volte chiesto un incontro diretto con Putin, mentre il presidente americano Donald Trump si è offerto di organizzare un vertice trilaterale. Il Cremlino, però, ha rifiutato.

La diplomazia continua, ma tra molte incognite

Nonostante lo stallo, Kiev ha confermato che le delegazioni ucraine e statunitensi continueranno i lavori diplomatici questa settimana, dopo i progressi ottenuti a Ginevra.

“È fondamentale non perdere produttività e lavorare rapidamente”, ha dichiarato il capo dell’ufficio di Zelensky. “Il nostro obiettivo rimane una pace duratura e dignitosa per l’Ucraina”.

La prossima settimana è attesa a Mosca la visita dell’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff. Secondo rivelazioni di Bloomberg, Witkoff avrebbe persino suggerito ai funzionari russi come formulare le loro richieste in un piano compatibile con le posizioni dell’amministrazione Trump.

Nel frattempo, rappresentanti di Stati Uniti, Russia e Ucraina si sono incontrati negli Emirati Arabi Uniti. Nessun funzionario europeo era presente al tavolo, ma si ritiene che alcune modifiche proposte da Bruxelles siano state integrate nella posizione negoziale di Kiev.

Putin: “Non abbiamo piani aggressivi contro l’Europa”

Il Cremlino continua a rifiutare di comunicare con qualunque interlocutore diverso dall’amministrazione statunitense. Putin ha anche deriso alcune parti della bozza di piano circolata negli ultimi giorni, negando nuovamente che la Russia stia preparando attacchi contro Paesi europei.

“Se l’opinione pubblica si è spaventata e vuole sentirsi dire che non abbiamo intenzioni aggressive verso l’Europa, siamo pronti a confermarlo in qualsiasi forma”, ha dichiarato il leader russo.

Una rassicurazione che, tuttavia, si inserisce in un contesto in cui Mosca ha già negato — prima nel 2014 e poi nel 2022 — intenzioni che si sono poi tradotte in operazioni militari reali.

Le prossime tappe restano incerte. La distanza tra le posizioni di Mosca, Washington e Kiev sembra aumentare, mentre sul terreno continuano combattimenti e bombardamenti. Con la Russia determinata a ottenere un riconoscimento politico delle proprie conquiste e l’Ucraina impegnata a resistere, il margine per una soluzione negoziata appare sempre più stretto.

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