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Ucciso per difendere madre dall'ex: nessun segno pentimento

Procuratore Lanusei invita a calma, rabbia violenza non servono
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Di ANSA
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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(ANSA) - LANUSEI, 13 MAG - Sarà interrogato domani dal gip del tribunale di Lanusei Masih Shahid, l'operaio metalmeccanico di 29 anni, di origini pakistane, che martedì ha accoltellato la sua ex, Paola Piras, 50 anni, e ucciso il figlio 19enne di lei, Mirko Farci, che ha pagato con la vita il tentativo di difendere la madre. La donna, colpita con numerosi fendenti, lotta per la vita nel reparto di Rianimazione dell'ospedale ogliastrino. In queste ore nel cimitero di Quartu Sant'Elena il medico legale Matteo Nioi sta eseguendo l'autopsia sul corpo del giovane, la cui salma sarà restituita ai familiari nel pomeriggio: i funerali potrebbero svolgersi domani. Intanto nel carcere di Lanusei, non mostra alun segno di pentimento Masih Shahid, che martedì davanti alla pm Giovanna Morra ha confessato il delitto e il ferimento della ex compagna a cui ha inferto 18 coltellate, dopo essersi introdotto nella casa della donna violando la misura del divieto di avvicinamento che gli era stato inflitto a dicembre dal giudice. Lo conferma il capo della Procura di Lanusei Biagio Mazzeo. "Non ha mai espresso parole di pentimento - dice all'ANSA il magistrato - Bisogna avere fiducia nella giustizia. La Procura e i carabinieri stanno facendo il necessario per accertare le circostanze dei reati commessi, affinché si arrivi all'accertamento delle responsabilità dell'operaio e di tutte le aggravanti, in modo che la pena possa essere proporzionata all'efferatezza della condotta". Il procuratore interviene anche sul tentativo di linciaggio del 29enne all'uscita dalla caserma da parte di una folla inferocita. "Invito tutti al senso di responsabilità, la rabbia e la violenza - chiarisce Mazzeo - non servono ad aiutare le vittime, ma creano solo ulteriori problemi per le forze di Polizia impegnate nelle indagini". Il giovane operaio era già stato sottoposto a misura cautelare per i maltrattamenti nei confronti della ex compagna, ma qualcosa non ha funzionato. "Noi abbiamo fatto tutto ciò che la legge ci consente di fare date le circostanze, applicando misure in un meccanismo di progressione - sottolinea il procuratore - Se la persona viola la norma aggraviamo la misura, ma in questo caso nessuno ci aveva segnalato le violazioni". (ANSA).

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