Alexei Navalny torna in aula: dimagrito e irriconoscibile. Nuove accuse per il dissidente

Alexei Navalny torna in aula: dimagrito e irriconoscibile. Nuove accuse per il dissidente
Diritti d'autore AP/Babuskinsky District Court
Di Debora Gandini
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Prima apparizione dal carcere dopo lo sciopero della fame per il nemico numero uno di Puti. "Sono uno scheletro ma non mi arrendo: il re è nudo e a dirlo non è solo un bambino"

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Emaciato, con i capelli rasati, bianco in volto e addosso l’uniforme da carcerato. E’ apparso così Alexei Navalny sui monitor del Tribunale di Babushkinsky di Mosca, dove in videoconferenza dalla prigione di Pokrov ha partecipato all’udienza che lo vede accusato di diffamazioni nei confronti di un veterano della Seconda guerra mondiale.

“Mi hanno portato in bagno. C’era uno specchio, mi sono guardato: ho visto solo uno scheletro orribile… peso 72 chili, come quando ero in seconda media”, ha detto Navalny mentre su di lui pesano nuove accuse da parte di Mosca.

La Corte ha respinto l'appello dell'oppositore russo contro la condanna inflittagli a febbraio di pagare una multa di circa 9.500 euro circa, perché ritenuto colpevole.Navalny è stato querelato per un tweet nel quale si è scagliato contro un video filo-Putin che promuoveva la riforma che ha cancellato il limite di due mandati presidenziali consecutivi per Putin. Aveva chiamato "traditori" tutti quelli che avevano partecipato al filmato. Tra questi c’era anche un veterano di 94 anni.

Nuove accuse per il Fondo Anticorruzione

Intanto un altro tribunale ha fissato per il 17 maggio la prima udienza nel processo parallelo che deve decidere se condannare il Fondo Anticorruzione del blogger dissidente con l’accusa di essere un’organizzazione sovversiva e terroristica. In caso di condanna questo significherebbe ancora più attivisti rinchiusi in galera e conti bancari congelati. "Affermare che la Fondazione del nemico numero uno del Cremlino sia estremista è come dire che la lotta alla corruzione sta danneggiando la sicurezza dello stato e della Russia, ha dichiarato Ivan Pavlov, il legale dell’organizzazione".

“Insieme abbiamo sparso semi di libertà in tutta la Russia, semi che germoglieranno. Restano decine di politici regionali molto forti. Restano migliaia di sostenitori. Ci sono organizzazioni indipendenti che si occuperanno di fare indagini, inchieste, campagne e manifestazioni.”
Ivan Pavlov
Direttore HQ Fondazione Anticorruzione

Intanto il quartiere generale della Fondazione è stato chiuso. Uffici blindati. Attività sospese. Fermo il lavoro di tutti i gruppi degli attivisti vicini a Navalny. Ivan Pavlov, uno dei principali alleati dell'oppositore del Presidente russo Putin, ha fatto sapere sui social che tutto il lavoro immenso svolto in questi quattro anni non è stato vano. “Insieme abbiamo sparso semi di libertà in tutta la Russia, semi che germoglieranno. Anche se ora non c’è più una rete e un quartier generale restano decine di politici regionali molto forti. Restano migliaia di sostenitori. Ci sono organizzazioni indipendenti che si occuperanno di fare indagini, inchieste, campagne e manifestazioni.”

Per Vladimir Voronin, il legale che segue le vicende del Fondo Anticorruzione di Navalny, la situazione è però critica: "Per il reato di organizzazione estremista, ci sono fino a 10 anni di prigione, ed è abbastanza possibile che Alexei Navalny e i suoi alleati siano chiamati a rispondere di questa accusa - spiega Voronin - per il sostegno finanziario di organizzazioni estremiste, si rischiano fino a 8 anni di prigione. Quindi, queste sono accuse molto dure che portano a sentenze molto dure. Non ho assolutamente alcun dubbio che l'intero spazio intorno ad Alexei e in generale l'opposizione venga completamente raso al suolo".

Imputazioni di matrice politica, sostengono in tanti, ma il risultato in prima battuta è quello di isolare l'oppositore del Cremlino.

Il sostegno degli attivisti e dell'Occidente

Il blogger 44enne ha da poco terminato uno sciopero della fame durato 24 giorni. Una forma di protesta indetta per chiedere cure adeguate contro i dolori alle gambe e alla schiena che lo perseguitano dall’inizio della detenzione, a metà gennaio. Navalny fu arrestato al rientro in Russia dopo 5 mesi trascorsi in Germania a curarsi dagli effetti del tentato avvelenamento a base di Novichok.

Il dissidente non si arrende, supportato dai suoi seguaci ma anche dalla comunità internazionale. Sono in tanti a ritenere quelle del tribunale imputazioni di matrice politica. Fuori casa, Navalny incassa ancora una volta la solidarietà del Parlamento europeo, che ha ribadito la richiesta del suo rilascio "immediato e incondizionato".

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