Da Madrid a Valencia, terza notte di proteste per il rapper arrestato in Spagna

In Spagna terza notte di proteste per Pablo Hasél, rapper 33enne arrestato martedì per oltraggio alla monarchia e apologia del terrorismo, nelle sue canzoni e in alcuni tweet. La violazione di una legge sulla sicurezza nazionale ha comportato per lui una condanna a nove mesi. Hasél si era asserragliato in un'università della Catalogna per evitare l'arresto, ma alcuni giorni fa è stato prelevato dalle forze dell'ordine, fra le proteste. Da tre notti le manifestazioni per la libertà di espressione infiammano le principali città della Spagna.
Simbolo della libertà di espressione
"Se la violenza elogiata da Hasél nelle sue canzoni diventasse concreta si avrebbe ragione ad agire contro queste azioni - dice un avvocato, Borja Serra, sceso in strada a manifestare - Ma non si può condannare qualcuno per aver cantato, detto, spiegato, scritto qualcosa di sgradito. Questa è repressione e crea un problema che non ci porta da nessuna parte".
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Laura, studentessa, giustifica anche la lotta più dura per le strade di Barcellona e di Madrid, quella che ha incendiato cassonetti e distrutto gli arredi urbani. "Senza protestare non si è mai ottenuto niente. Si dice sempre che lo spazio pubblico sia importante. Lo sono anche le opinioni. Stiamo nanifestando per la nostra libertà di pensiero. Un cassonetto o una panchina non ha più valoredi una vita umana".
Un'altra condanna in arrivo
Podemos ha presentato giovedì una richiesta di grazia per Hasél e un altro rapper, Valtonyc, scappato in Belgio per evitare un processo analogo. Hasél intanto rischia una condanna ad altri due anni e mezzo per intralcio alla giustizia e aggressione, un episodio del 2017. Le proteste non si spegneranno facilmente.