Con un blitz delle forze di sicurezza all'alba, all'Università di Lleida, è stato arrestato Pablo Hasél, il rapper condannato a 9 mesi di carcere per "crimini di espressione", attraverso canzoni contro la monarchia spagnola e a favore del terrorismo.
"Un attacco molto grave alla libertà"
Pablo Hasél è stato arrestato. E questa è stata la sua prima dichiarazione.
Il 33enne rapper spagnolo (al secolo Pablo Rivadulla i Durò) - salito alla ribalta per un canzone ritenuta offensiva nei confronti della monarchia spagnola - da lunedì si era barricato nel rettorato dell'Università di Lleida, in Catalogna, per evitare di essere arrestato.
Canzoni contro la monarchia
Hasél doveva costituirsi entro venerdì scorso, dopo la condanna a nove mesi di carcere subita per aver scritto canzoni (cliccatissime su YouTube) che, secondo il tribunale che lo ha giudicato colpevole, rappresentano un insulto alla Corona e apologia di terrorismo.
Con un blitz all'alba di martedì, le forze di sicurezza hanno arrestato Hasél, utilizzando decine di agenti di polizia ed una ventina di furgoni.
"Libertà per Pablo Hasél!", ha gridato una cinquantina di sostentori del rapper, mentre è stato tratto in arresto dalla polizia.
Almodóvar e Bardem appoggiano Hasél
Il mondo culturale spagnolo e catalano è dalla parte di Hasél.
Più di 200 artisti, tra cui il regista Pedro Almodóvar, l'attore Javier Bardem e il cantautore catalano Joan Manuel Serrat, hanno firmato una petizione contro l'arresto di Hasél.
Anche Amnesty International ha dichiarato che, quella comminata, è una pena eccessiva per Hasél.
Oltre agli attacchi alla monarchia, i tweet e i testi "forti" del musicista accusano la polizia di torturare e uccidere manifestanti e migranti.
Il rapper, però, può essere considerato una "testa calda", qualcuno dice che, in realtà, sia solo a caccia di pubblicità.
Già nel 2014, Hasél era stato condannato a due anni di carcere, allora per incitamento al terrorismo.
E, in seguito, nel 2017 e 2018, era stato denunciato per altri due episodi: nel primo caso per resistenza a pubblico ufficiale, nel secondo caso per violazione di domicilio.
Il caso-Valtònyc
Ma Pablo Hasél non è il primo artista a finire nei guai con la legge spagnola.
Nel 2018 un altro rapper, noto come Valtònyc, fu condannato a tre anni e mezzo di carcere (sempre per motivi di incitamento al terrorismo, in particolare nei confronti della formazione basca ETA), ma prima dell'arresto fuggì in Belgio, dove un tribunale ha deciso di non estradarlo.
"Crimini di espressione": alleati di governo divisi
Il governo spagnolo, guidato dal socialista Pedro Sanchèz, sembra non avere intenzione d ridurre la pena per i cosiddetti "crimini di espressione" nei casi che coinvolgono attività artistiche e culturali.
Mentre l'alleato di governo Pablo Iglesias, leader di Unidos Podemos, ha chiesto la grazia per Pablo Hasél.
E, quindi, non è escluso un cambiamento di rotta sulla cosiddetta "Legge Bavaglio".