Netanyahu alla sbarra a Gerusalemme per corruzione, frode e abuso di potere

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu si è recato in tribunale a Gerusalemme per la ripresa del processo che lo vede accusato di corruzione, frode e abuso di potere.
Un primo ministro diverso dagli altri
Il processo a Netanyahu è entrato in una fase accelerata a sei settimane dalle elezioni nazionali in cui spera di prorogare ancora i suoi 12 anni di governo alla guida del paese. Come le volte precedenti nel corso dell'udienza si è dichiarato non colpevole in relazione ai capi d'accusa. L'anno scorso erano state pubblicate indiscrezioni sul fatto che il premier avrebbe accettato doni sontuosi da ricchi amici e avrebbe concesso favori a potenti magnati dei media in cambio di una certa clemenza sui giornali.
Le proteste di piazza
Netanyahu è il più longevo leader israeliano ma anche il primo che viene incriminato mentre è in carica. Nella strada antistante il tribunale distrettuale di Gerusalemme, che è presidiata in forze dalla polizia, si trova un solo sostenitore del premier che ostenta una maglietta con la scritta: 'Bibi mi ha vaccinato'. Più in là coloro che contestano ormai apertamente il suo ruolo politico invitano la giustizia a fare il suo corso.
Domenica il premier aveva fatto appello ai suoi sostenitori ad astenersi dal manifestare vicino al tribunale, in ossequio alle limitazioni del coronavirus. L'udienza dell'8 febbraio doveva in realtà svolgersi il 13 gennaio ma era stata rinviata per l'inizio di un lockdown nazionale.
Negli ultimi mesi gli israeliani hanno tenuto proteste settimanali chiedendo le dimissioni dell'uomo politico e criticando la risposta del suo governo alla crisi del coronavirus.