Non cessano le manifestazioni in Tunisia

Al grido di "lavoro, libertà, dignità nazionale" migliaia di persone hanno manifestato a Tunisi contro il governo e per il rilascio degli arrestati negli scontri con la polizia degli ultimi giorni in varie regioni del paese. In piazza anche esponenti politici come Monij Rahoui di un partito dell'opposizione. "Dieci anni fa c'è stato il più grande furto della rivoluzione tunisina, un furto delle rivendicazioni del nostro popolo commesso dagli islamisti" ha detto Rahoui.
Un governo antisommossa
Le forze dell'ordine, schierate in assetto antisommossa, hanno impedito al corteo di raggiungere la sede del ministero dell'Interno, sulla centralissima Avenue Bourguiba della capitale Tunisi. "Vogliamo costruire una nuova coscienza, non quella che stanno sponsorizzando attraverso i canali televisivi. Non lo permetteremo più. È finita. Siamo stufi. Basta!":ha detto uno studente. I manifestanti hanno denunciato anche "i metodi repressivi delle forze dell'ordine nel modo in cui sono state affrontate le proteste e la tendenza al ritorno alla dittatura, oltre all'indifferenza e al disinteresse del governo in carica.
Il rimpasto di facciata
Nel weekend costellato di scontri, il premier Hichem Mechichi ha nominato 12 nuovi ministri, tra cui quello degli interni e della Sanità. Un rimpasto di governo voluto per cercare di arginare la crisi economica e far passare le necessarie riforme strutturali per scongiurare la bancarotta.
Le elezioni del 2019 hanno espresso un parlamento frammentato e il governo non gode del necessario sostegno politico per incidere. Si tratta del nono esecutivo in 10 anni. La crisi sanitaria ha fatto sprofondare un numero ancor maggiore di tunisini nella miseria.