Russia: vietate le manifestazioni in favore di Navalny. Arrestati i dirigenti della sua fondazione

Russia: vietate le manifestazioni in favore di Navalny.  Arrestati i dirigenti della sua fondazione
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Di Paolo Alberto Valenti
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Scatta la caccia alle streghe contro i sostenitori dell'oppositore russo Alexei Navalny: vietate le manifestazioni di sabato 23 gennaio previste in 65 fra città e cittadine russe. La censura intanto dilaga sul web

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In vista delle proteste di massa, previste sabato 23 gennaio in 65 città, contro l'incarcerazione dell'oppositore Alexei Navalny le autorità russe hanno scatenato la caccia ai suoi sostenitori. 

Molte amministrazion affermato che le manifestazioni sono vietate e verranno sanzionati coloro che condurranno con loro minori, figli o nipoti. Questo mentre il social network "TikTok ha rimosso il 38% di tutte le informazioni rilevate volte a coinvolgere i minori in eventi illegali che mettono in pericolo la loro vita e salute", ha detto il Roskomnadzor sottolineando che "l'attività più intensa sta continuando su quel social network. Il social russo VKontakte ha rimosso invece "il 50% delle informazioni illegali" contro "il 17% su Instagram". "YouTube ha terminato la diffusione del 50% degli inviti scoperti per la partecipazione di minori a proteste illegali", ha aggiunto l'autorità. "Il Roskomnadzor sta continuando a interagire con le piattaforme web allo scopo di fermare il coinvolgimento dei minori in raduni non autorizzati", si legge nella nota. 

Arrestati i dirigenti della Fondazione Navalny

E' stata fermata la giurista Lyubov Sobol della Fondazione anticorruzione di Navalny, fermati anche la portavoce del dissidente, Kira Yarmish e Gheorghi Alburov, attivista del dipartimento investigativo della medisima Fondazione. Non sono più a piede libero Anastasia Panchenko, coordinatrice per Navalny nella regione di Krasnodar, oltre ad una altro attivista di Kaliningrad.

Reagiscono le autorità europee

Reagiscono anche le autorità europee con gruppi parlamentarii ormai ostili alla costruzione del gasdotto Nord Stream 2 cioè il raddoppio dell’infrastruttura esistente con la conseguente moltiplicazione di gas naturale russo che verrebbe instradato verso il mercato europeo, con tutte le relative conseguenze economiche e strategiche. "Condanniamo la detenzione di Alexei Navalny da parte delle autorità russe. I suoi diritti devono essere pienamente rispettati, chiediamo alla Russia il suo immediato rilascio con l'assicurazione del rispetto della sua incolumità": ha chiarito il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

Le risoluzioni del parlamento europeo

Il Parlamento europeo ha chiesto nelle scorse ore il rilascio immediato e incondizionato anche di tutte le persone fermate in occasione del rientro in Russia dell'esponente politico inclusi giornalisti, collaboratori o cittadini che lo sostengono. 

Nella risoluzione adottata a maggioranza assoluta il Parlamento europeo ha invitato i Paesi Ue ad "inasprire sensibilmente le misure restrittive dell'Unione nei confronti della Russia". Ciò include sanzioni contro le "persone fisiche e giuridiche" coinvolte nella decisione di arrestare e incarcerare Navalny.

Le ricadute della repressione politica

La brutale oppressione degli oppositori, sostenitori di Navalny non può che fomentare il coro di critiche verso lo zar Vladimi Putin sempre più inossidabile alla guida di Russia che dimostra peraltro di aver fatto scuola ad altri inamovibili governanti dell'est come il bielorusso Alexander Lukashenko.

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