A causa della nuova legge sulla sicurezza nazionale, l'imprenditore rischia ben più di 14 anni di carcere. Insieme al 73enne, finiscono a processo anche due suoi collaboratori
E' accusato di frode e rischia fino a 14 anni di carcere Jimmy Lai, tycoon e attivista di Hong Kong, che rimarrà in prigione almeno fino al 16 aprile, quando dovrà comparire dinnanzi a un giudice.
L'imprenditore ed editore dell'Apple Daily - un tabloid apertamente schierato a favore delle riforme democratiche nell'ex colonia britannica - è stato arrestato, dopo esser gli stata negata la libertà su cauzione, per "rischio di fuga".
Le accuse di frode mosse contro il 73enne e due suoi collaboratori - i tre vennero già fermati ad agosto, quando si svolse un maxi blitz della polizia nei locali della società di Lai - sono relative all'affitto dell'edificio che ospita la società di media.
A rischio ergastolo
Secondo la procura c'è ancora la possibilità che i tre vengano condannati per violazione della controversa legge sulla sicurezza nazionale, che si tradurrebbe con l'ergastolo. Il giudice che ha negato la cauzione a Lai, Victor So, tra l'altro, è uno dei sei magistrati scelti dal capo dell'esecutivo di Hong Kong, Carrie Lam, per sovrintendere ai processi sulla sicurezza nazionale.
Destini incrociati
L'arresto di Lai arriva l'indomani della condanna di un altro attivista, il giovane Joshua Wong, considerato uno dei leader della Rivoluzione degli ombrelli. Insieme a Wong, sono stati condannati anche Agnes Chow e Ivan Lam, per aver organizzato una protesta antigovernativa non autorizzata lo scorso anno, presso il quartier generale della polizia.
Wong, che si è dichiarato colpevole di aver organizzato e partecipato alla protesta, ha avuto 13 mesi e mezzo. Chow, che si è anche dichiarata colpevole di aver partecipato alla protesta e di aver incitato altri a prenderne parte, è stata condannata a 10 mesi, mentre Lam ha avuto 7 mesi dopo essersi dichiarato colpevole di istigazione.
La protesta si è svolta il 21 giugno 2019 e ha visto migliaia di persone circondare il quartier generale della polizia, mentre manifestavano contro la repressione delle forze dell'ordine nei confronti dei dimostranti e contro il disegno di legge sull'estradizione verso la Cina, poi ritirato.