I soldi per i poveri finiti in operazioni oscure in Vaticano

L'ex cardinale Angelo Becciu
L'ex cardinale Angelo Becciu Diritti d'autore Gregorio Borgia/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved.
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Di Paolo Alberto Valenti
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La gendarmeria vaticana sta indagando sulle centinaia di migliaia di euro che l'ex cardinal Becciu aveva dato alla consulente cagliaritana Cecilia Marogna

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Si dipana a strattoni la matassa degli scandali finanziari vaticani. Ad avvelenare ulteriormente il clima è spuntata la figura di Cecilia Marogna, manager cagliaritana, destinaria di alcuni assegni dei conti che l'ex Cardinal Angelo Becciu gestiva in Vaticano. Non è chiaro quali fossero state le sue consulenze ma intanto la gendarmeria vaticana si sta concentrando sul volume di incassi della Marogna che ha smentito di essere parente dell'ex cardinale e proclama il suo legame squisitamente professionale con la curia romana. Altre indiscrezioni provenitenti dalla indagini in Vaticano parlano di deanro finito in mano alla Marogna che era destinato al pagamento dei riscatti di sacerdoti missionari rapiti in Africa e Asia. Si parla di 600 mila euro che Marogna avrebbe dovuto gestire a tali scopi. L'incasso era finito nel conto di una società slovena della Marogna. I fondi poi sarebbero serviti anche per lo shopping di lusso come scrive Emilano Fittipaldi sul quotidiano "Domani" nell'edizione di martedì 6 ottobre.

Una multinazionale molto particolare

La Santa Sede non è un’azienda come le altre, non va a caccia di profitti ed è ovvio che il bilancio resti in deficit, tuttavia quando invece si fanno delle speculazioni (termine poco adatto ai criteri spirituali della Chiesa) spuntano immancabilmente i pescecani. È stata definita una vera e propria cricca quella che dall'interno delle sacre mura aveva collezionato diverse operazioni per depredare i conti vaticani questo ben prima dell'acquisto dell'immobile londinese nella Sloane Avenue, anno di grazia 2014.

La spiritualità e il denaro

Curare le risorse finanziarie del Vaticano è il problema molto spinoso che Papa Benedetto XVI e poi Papa Francesco hanno tentato di sanare nella bufera di accuse di corruzione, sprechi e scarsissima capacità imprenditoriale. Nel 2018 il deficit aveva toccato il tetto dei 70 milioni di euro su 700 milioni di spese, dovute a inefficienze croniche, all’aumento degli stipendi e a pessimi investimenti.Intanto la Santa Sede ha reso noto giorni fa il bilancio dello scorso anno che ha visto perdite di soli 11 milioni.

Defenestrati e riabilitati

La defestrazione di Becciu, coincide intanto col ritorno del cardinale australiano George Pell, già Prefetto della Segreteria per l’Economia in Vaticano, che aveva iniziato a fare pulizia e che era stato accusato di gravi crimini sessuali tanto da finire agli arresti in patria. Pell riabilitato è tornato a Roma mentre Becciu (suo nemico) sarebbe pure sospettato di aver pagato attraverso bonifici effettuati da conti dello Ior verso Melbourne alcune finte vittime per calunniare il porporato australiano.

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