L'UE chiede a Londra di cancellare un disegno di legge che riscrive gli accordi di gennaio. Il governo: "Escluso il ritiro". Campanello d'allarme anche negli Stati Uniti, garante dell'Accordo del Venerdi Santo. Preoccupata la democratica Nancy Pelosi: "Il confine irlandese non si tocca".
Con la Brexit non ci annoia mai.
Anche per gli standard turbolenti dei negoziati sulla Brexit, questa è stata una settimana decisamente tumultuosa.
La decisione del governo di Boris Johnson di preparare un disegno legge sulle modifiche all'accordo di ritiro ha spinto le trattative con l'UE su un accordo commerciale al punto di rottura.
La notizia è scoppiata in mano a Downing Street lunedì scorso.
E mercoledì Johnson era in Parlamento a difendere con i denti i suoi piani.
"Devo proteggere il nostro paese"
Ha dichiarato il premier britannico:
"Il mio lavoro è quello di sostenere l'integrità del Regno Unito, ma anche di proteggere il processo di pace dell'Irlanda del Nord e l'Accordo del Venerdì Santo, e per farlo abbiamo bisogno di una rete di sicurezza legale per proteggere il nostro paese da interpretazioni estreme o irrazionali del protocollo".
Ultimatum per fine settembre
Le trattative tra Regno Unito e Unione Europea, tra i capi negoziatori Michel Barnier e David Frost, hanno subito cosi un brusco, inaspettato stop.
A Bruxelles sono furiosi.
La Commissione Europea ha subito recapitato un ultimatum a Johnson: o cambia idea entro fine settembre o scattano pesanti sanzioni.
Dichiara uno dei vicepresidenti della Commissione Europea, lo slovacco Maroš Šefčovič:
"La nostra presidente Ursula von der Leyen ha reagito alla situazione attuale e ha dichiarato di essere molto preoccupata per l'annuncio del governo britannico sulla sua intenzione di violare l'accordo sulla Brexit, perché questo violerebbe il diritto internazionale e minerebbe la fiducia tra di noi".
"Non ritireremo questo provvedimento"
Il governo conservatore britannico, dal canto suo, esclude l'ipotesi di ritiro del disegno di legge.
Il ministro Gove, che ha incontrato il vicepresidente Šefčovič, ha detto che il Parlamento è sovrano, e può approvare anche leggi eventualmente in contrasto con i trattati internazionali.
"Ho perfettamente chiarito a Šefčovič che non ritirermo questo provvedimento legislativo. Se ne è rammaricato, ma lo ha capito", spiega il ministro Gove.
"Ma abbiamo anche sottolineato l'importanza vitale di fare progressi. Alcuni presentano questo disegno di legge come un tentativo di aggirare l'accordo sull'uscita ed evitare di rispettare i termini del protocollo. Ma non è affatto cosi".
Davanti all'atteggiamento poco collaborativo della Gran Bretagna, l'Unione Europa ribadisce l'esistenza di obblighi legali derivanti dall'accordo sulla Brexit e minaccia di trascinare Londra davanti alla giustizia.
Il controverso progetto affronta, tra l'altro, la deilcata questione dell'Irlanda del Nord e degli scambi frontalieri, affidando ai ministri britannici il potere di disapplicare le regole che entreranno in vigore il 1° gennaio prossimo, se Londra e Bruxelles non troveranno una intesa nel frattempo.
I colloqui proseguiranno a Bruxelles la prossima settimana.
La manovra "spericolata" di Johnson non piace ai Democratici USA
La proposta di legge britannica, che potenzialmente potrebbe un impatto sulla frontiera irlandese, ha fatto suonare il campanello d'allarme anche a Washington.
Gli Stati Uniti sono un garante dell'accordo di pace del Venerdì Santo e la manovra "spericolata" di Johnson non è piaciuta affatto ai Democratici americani.
Nancy Pelosi, Presidente della Camera USA, non le manda certo a dire:
Camera dei Lord fatale a Johnson?
E Johnson è atteso da una nuova battaglia, in Parlamento, a Westminster.
ltre all'atteso No dei laburisti e degli altri partiti d'opposizione (ad esempio: il National Scottish Pasrty), anche alcuni deputati conservatori minacciano una ribellione.
Secondo gli analisti, la Camera dei Lord - la cosiddetta Camera Alta, il secondo ramo del Parlamento britannico, oltre alla Camera dei Comuni (Camera Bassa) - modificherà o addirittura respingerà il progetto di legge di Johnson.
E se qualcuno tramasse alle spalle di Johnson?
Spiega Tadgh Enright, corrispondente di Euronews a Londra:
"Il Regno Unito e l'UE dovrebbero guardare al futuro... negoziare un nuovo accordo commerciale permanente. Invece, Boris Johnson ha riportato indietro questo dibattito, riaprendo vecchie ferite lungo il confine irlandese.
Sono soddisfatti solo i Brexiteers più duri, ma tutti gli altri lo contestano.
Si è creato un clima da resa dei conti, non solo con Bruxelles e Dublino, ma con i membri del suo stesso partito: che, forse, stanno già tramando alle spalle di Johnson per non fargli rovinare tutto".