I sabati caldi di Netanyahu: proteste e scontri a Gerusalemme

I sabati caldi di Netanyahu: proteste e scontri a Gerusalemme
Diritti d'autore Ariel Schalit/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved.
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Manifestanti ancora in piazza contro Netanyahu. Dopo oltre due mesi, in migliaia di nuovo a Gerusalemme per le ormai tradizionali contestazioni del sabato sera. Nel mirino dei protestanti: accuse di corruzione al premier e gestione della crisi sanitaria

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Non cala in Israele, la febbre del sabato sera. Come ormai da quasi tre mesi, i manifestanti sono tornati a scendere in piazza per reclamare le dimissioni del premier Beniamin Netanyahu. A mobilitare la piazza: controversa gestione della crisi sanitaria e accuse di corruzione, frode e abuso di potere, per cui Netanyahu è sotto processo dallo scorso maggio

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Arresti e momenti di tensione, a Gerusalemme, durante le manifestazioni di sabato 5 settembreAriel Schalit/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved.

Secondo lui una semplice "caccia alle streghe", secondo i manifestanti appena la punta di un iceberg. La parte sommersa: un presunto giro di mazzette, intascato da membri della sua cerchia più stretta, per una partita di sottomarini tedeschi, da circa due miliardi di dollari americani. Goccia, che per molti degli oppositori in piazza, ha fatto traboccare il vaso della sfiducia. 

Numerosi i momenti di tensione con i manifestanti che a più riprese hanno tentato di forzare i cordoni delle forze dell'ordine e la polizia che ha replicato con i gas lacrimogeni. Di una quindicina, il primo bilancio degli arresti trapelato a fine serata. Tra i rimproveri della piazza, anche la gestione della pandemia di Coronavirus: la barra delle vittime che ha superato la soglia di quota 1.000, fa gridare molti all'inefficacia delle misure fino a questo momento adottate.

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Una messinscena dei manifestanti per contestare la gestione della crisi sanitariaSebastian Scheiner/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved.
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