Israele: inizia il processo per corruzione a Netanyahu

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Diritti d'autore Benjamin Netanyahu
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Di Gioia Salvatoriansa
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Il primo ministro israeliano in tribunale nel giorno della prima riunione del nuovo esecutivo da lui presieduto

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Questa domenica mattina il primo ministro più longevo d'Israele Benjamin Netanyahu ha presieduto la prima riunione del nuovo esecutivo da lui guidato. Con lui Benny Gantz il leader del partito blu-bianco con cui il Likud ha trovato un accordo dopo tre elezioni in un anno andate a vuoto. 

Per il nuovo esecutivo nato tra gli stenti, c'è già il primo inciampo: l'immagine del primo ministro seduto alla sbarra. Questa domenica pomeriggio si apre infatti il processo per corruzione frode e abuso di potere che vede incriminato Benjamin Netanyahu. Le accuse in tre diverse indagini, indagini che non hanno impedito a Netanyahu di ricandidarsi e riprendere il potere; un unicum che imbarazza l'alleato. Benny Gantz infatti in cambio del sì a Bibi ha ricevuto l'incarico di ministro della difesa e suo vice e la promessa di essere lui premier nella seconda metà legislatura, ma che il governo tenga oltre la crisi del coronavirus non è scontato.

Alle 15 i tre giudici al tribunale penale di Gerusalemme aprono il dibattimento; in aula è annunciata la presenza del premier e degli altri imputati nelle indagini: tre uomini d'affari. 

Le tre indagini su Netanyahu

  • Nella prima inchiesta il premier israeliano è accusato di frode e abuso di potere (violazione della fiducia): è accusato di ricevere regali, sigari e champagne, – da uomini d’affari in cambio di favori; 
  • Nella seconda indagine (frode e abuso di potere) Netanyahu è accusato di aver offerto aiuto al quotidiano israeliano Yediot Ahronot in cambio di una copertura positiva; 
  • Nella terza indagine il premier è accusato di corruzione, frode e abuso di potere: in qualità di primo ministro e ministro delle comunicazioni al momento del presunto reato, Netanyahu avrebbe spinto per decisioni normative favorevoli all’azionista di controllo del gigante delle telecomunicazioni di Bezeq, Shaul Elovitch, in cambio di copertura positiva del sito di notizie Walla (di proprietà di Elovitch).
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