Libano: gli ultimi aggiornamenti sull'esplosione che ha devastato Beirut

Un soldato tra i detriti causati dall'esplosione al porto di Beirut, in Libano
Un soldato tra i detriti causati dall'esplosione al porto di Beirut, in Libano Diritti d'autore AP Photo/Thibault Camus, Pool
Di Redazione italiana con agenzie
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Oltre 300mila persone hanno perso casa. Dopo il lutto e lo shock, inizia a rimontare la rabbia popolare. "Si tratta di negligenza da parte dell'élite al potere. Una bomba atomica è stata lì per anni, e nessuno ha fatto niente", dice un residente a Euronews.

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Due giorni dopo le esplosioni che hanno seminato morte e distruzione a Beirut, il governo libanese ha messo agli arresti domiciliari diversi funzionari del porto, mentre gli inquirenti si concentrano su possibili negligenze nello stoccaggio di tonnellate di un fertilizzante altamente esplosivo nel magazzino sul lungomare.

In un rapporto del 2015 si fa riferimento alla natura "pericolosa" del carico stoccato nei magazzini del porto, sequestrato ad una nave moldava due anni prima, e si indica la necessità di "metterlo all'asta e/o smaltirlo correttamente". Eppure niente, è rimasto lì.

Il procuratore di stato Ghassan Oueidat ha ordinato alle agenzie di sicurezza di avviare un'indagine immediata su tutte le lettere relative ai materiali conservati nel porto, nonché sugli elenchi dei responsabili della manutenzione, dello stoccaggio e della protezione dell'hangar. Il presidente Michael Aoun ha giurato che l'indagine sui responsabili sarà trasparente e che i colpevoli saranno puniti, ma c'è già chi chiede un'inchiesta internazionale indipendente.

Dopo lo shock, la rabbia

Intanto, dopo il lutto e lo shock, monta la rabbia nel Paese per l'ennesimo fallimento dei politici e dei funzionari agli occhi dell'opinione pubblica. "Questa è negligenza da parte dell'élite al potere. Una bomba atomica è stata lì per anni, e non un solo leader o politico ha fatto niente", dice a Euronews un abitante di Beirut.

Mentre nella capitale è giunto il presidente francese Emmanuel Macron, gli aiuti internazionali cominciano intanto ad arrivare da tutto il mondo. Il Capo di Stato transalpino ha chiesto un'inchiesta indipendente e un nuovo patto tra le parti politiche, che permetta l’avvio di riforme per far uscire il Libano dalla crisi economica.

L'esplosione ha causato più danni a Beirut in pochi secondi che qualsiasi altro evento precedente, compresa la guerra civile del Libano durata dal 1975 al 1990.

Il ministro della salute del Libano, sentito da Euronews, ritiene che probabilmente ci sono molte più vittime sepolte sotto le macerie. Interi quartieri sono stati rasi al suolo o resi inabitabili dall'esplosione.

Oltre 300mila persone sono rimaste senza casa. Idanni materiali ammontano a 10-15 miliardi di dollari. Lo scoppio ha causato gravi danni in circa la metà del territorio cittadino. I soccorritori sono ancora alla ricerca di sopravvissuti. Il bilancio, provvisorio, è di 157 morti e oltre 5.000 feriti. Tra i decessi, confermato quello di una cittadina italiana, di 92 anni. Mentre sonoalmeno dieci connazionali sono rimasti lievemente feriti.

Molti residenti hanno aperto le proprie porte ai concittadini in difficoltà. Nella capitale è stato dichiarato lo stato di emergenza per due settimane.

Questa è negligenza da parte dell'élite al potere. Una bomba atomica è stata lì per anni, e non un solo leader o politico ha fatto niente
Un residente di Beirut

L'incendio e l'esplosione

Un primo incendio nella zona del porto di Beirut. Poi un'esplosione, devastante, che sventra interi edifici, sprigionando un'energia equivalente a quella di un terremoto di magnitudo 3,5 - ma con epicentro in superficie. Il boato arriva fino a Cipro, a 200 chilometri di distanza.

"Sembra il Giappone di Hiroshima o Nagasaki", dice il governatore Marwan Abboud.

La causa, stando alle autorità libanesi, è la deflagrazione di oltre 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio, sequestrate diversi anni fa da una nave cargo e stoccate in un magazzino del porto. Erano lì nell'hangar dal 2013 e le autorità erano consapevoli dei rischi.

Danilo Coppe, uno dei massimi esperti di esplosivi in Italia, avanza però dei dubbi: a esplodere è stato un deposito d'armi a giudicare dalla nuvola di fumo bianco, dice in un'intervista a un giornale italiano. Il nitrato d'ammonio invece genera fumo giallo in modo inequivolcabile. Dello stesso avviso anche fonti di intelligence contattate dall'agenzie Adnkronos, che puntano il dito su armi di Hezbollah.

La Croce rossa libanese ha precisato che sono "più di 30 le squadre intervenute sul luogo dell'esplosione". I soccorritori hanno rivolto un appello urgente per chiedere sangue, "tutti i tipi di sangue". Sono stati attivati centri di raccolta in tutto il Paese, molti ospedali sono stati danneggiati dall'esplosione o dall'onda d'urto.

Il presidente Michel Aoun ha convocato una "riunione urgente" del consiglio superiore della Difesa. Mercoledì è stato dichiarato giorno di lutto nazionale in Libano.

La Farnesina, attraverso l'Unità di crisi e l'ambasciata in Libano, si è attivata per prestare ogni possibile assistenza ai connazionali presenti nel Paese e continua a monitorare la situazione. Lo riferiscono fonti del ministero degli Esteri.

Il ministro della difesa Guerini ha confermato il ferimento di un soldato italiano della missione Onu. L'Italia è il Paese che più contribuisce al contingente in termini di truppe (circa mille professionisti) dopo l'Indonesia (1.200).

L'Italia ha deciso l'invio di due aerei C-130J dell'Aeronautica militare, appartenenti alla 46/a Brigata Aerea di Pisa. A bordo un team composto da Vigili del fuoco e personale dell'Esercito italiano specializzato ad operare in contesti caratterizzati da minaccia Cbrn (Chimica, batteriologica, radiologica e nucleare). Una seconda missione è prevista per giovedì, dedicata al trasporto di materiale umanitario e medico.

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La madrina Francia, in virtù dei trascorsi recenti, ha inviato aerei carichi di medicinali e personale specializzato. Giovedì il presidente Macron sarà a Beirut.
Londra ha offerto supporto tecnico e finanziario mentre Berlino è pronto a inviare un team di soccorritori ed esperti. Anche la Grecia ha annunciato l'invio di materiale sanitario.
L'Australia ha deciso lo stanziamento di 1,4 milioni di dollare da donare al Libano.

Gli aiuti internazionali e l'appello ad aiutare la popolazione

Dall'Australia all'Indonesia - paese con il più folto contingente militare in Libano - passando per l'Europa e agli Stati Uniti, tutto il mondo si è mobilitato per inviare squadre di soccorso e aiuti umanitari.

L'Unione Europea sta attivando il suo sistema di protezione civile per radunare i soccorritori e le attrezzature dei suoi 27 Stati membri. Cipro, Repubblica Ceca, Germania, Polonia e Paesi Bassi sono tra i paesi in prima linea. Così come Regno Unito, Russia, Iraq, Egitto e Giordania. Anche Israele, tecnicamente ancora in guerra con il Libano, ha offerto a suo modo aiuto.

Tanti donatori vorrebbero bypassare il governo libanese e distribuire aiuti attraverso le Ong. Considerato il fragile stato del Libano e la reputazione dell'élite politica, alcuni Paesi amici come la Francia continuano a sostenere che c'è un disperato bisogno di riforme.

Paul Karam, presidente di Caritas Libano, indica come si stia mettendo in campo "uno sforzo enorme" per aiutare la popolazione locale con almeno "200 fra operatori e volontari, distribuiti in 15 gruppi diversi".

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La dinamica della tragedia

I video mostrano quello che sembra essere un incendio scoppiato nelle vicinanze poco prima. Le stazioni televisive locali hanno parlato del coinvolgimento di un magazzino di fuochi d'artificio. L'incendio sembra essersi propagato in un edificio vicino, innescando l'esplosione. Quindi la nuvola a fungo e la spaventosa onda d'urto.

"I responsabili di questa catastrofe pagheranno", ha detto il premier libanese, Hassan Diab.

Le milizie filoiraniane sciite di Hezbollah hanno inizialmente accusato Israele di sabotaggio, ma Gerusalemme ha però negato ogni addebito.

Nel corso di una conferenza stampa alla Casa Bianca il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha detto in un primo momento che quanto accaduto assomiglia "ad un terribile attentato. Senza aggiungere altri dettagli, Trump ha ribadito la disponibilità ad aiutare il Libano. Ma fonti del Pentagono hanno poi smentito le affermazioni del tycoon. Tre funzionari del Dipartimento della difesa sentiti dalla emittente televisiva CNN dicono che "non ci sono indicazioni di attori nella regione interessati in questa fase a un attacco di così vasta portata".

Il governatore di Beirut l'ha definita catastrofe nazionale. "Non sappiamo come ne usciremo. Non lo sappiamo davvero. Siamo riusciti a malapena a sopravvivere e ora questo disastro. Dobbiamo restare forti, dobbiamo tenere duro. Ed essere coraggiosi".

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Le autorità libanesi sapevano da sei anni del pericolo

Funzionari doganali avevano messo in guardia anni fa le autorità libanesi contro il "grave pericolo" rappresentato dall'enorme quantità di nitrato di ammonio presente in un magazzino del porto di Beirut: è quanto emerge da una serie di documenti scoperti dall'emittente Al Jazeera.

La nave cargo che trasportava il nistrato di ammonio sarebbe arrivata in Libano nel 2013. I funzionari doganali inviarono almeno cinque lettere ai giudici tra il 2014 e il 2017 chiedendo loro cosa fare del carico sequestrato, che venne messo nel deposito numero 12 del porto.

Secondo una lettera datata 2016 e citata oggi da Al Jazeera, le richieste dei funzionari sono sempre cadute nel vuoto. "Alla luce del grave pericolo legato allo stoccaggio di queste merci nel deposito in condizioni climatiche inadatte, riaffermiamo la nostra richiesta di chiedere all'agenzia marittima di riesportare immediatamente tali merci per preservare la sicurezza del porto e di coloro che vi lavorano, oppure di cercare di concordarne la vendita", recita la lettera, come riportato da Al Jazeera. Tre le possibili soluzioni suggerite dai funzionari: esportare il carico di nitrato di ammonio, consegnarlo all'esercito libanese oppure venderlo alla società privata libanese Lebanese Explosives Company.

Cos'è il nitrato di ammonio

l nitrato di ammonio è una sostanza naturale con elevata solubilità in acqua, altamente esotermico. Viene utilizzato nel settore agricolo come fertilizzante azotato. È anche un elemento chiave nella produzione di ANFO, miscele esplosive usate per usi civili in cave e miniere - bassa sensibilità, bassissimo costo. Il nitrato di ammonio è infiammabile per decomposizione. Se si accumulano grandi quantità di nitrato di ammonio, il fuoco può propagarsi senza la necessità di uno stimolo esterno.

I fertilizzanti chimici sono usati per fabbricare bombe rudimentali a causa del loro basso costo e dell'elevata disponibilità. Il nitrato di ammonio venne usato nell'attentato di Oklahoma City del 1995, quando un camion bomba contenente 2.180 chilogrammi di fertilizzante e olio combustibile ha sfondato un edificio federale, uccidendo 168 persone e ferendone altre centinaia.

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La situazione a Beirut prima dell'esplosione

Il Paese attraversa una gravissima crisi sociale ed economica e le tensioni tra le varie confessioni religiose sono più forti che mai. A breve inoltre è atteso il verdetto sull'attentato del 2005 in cui fui ucciso il premier Rafiq Hariri, azione per il quale sono sospettati alcuni membri di Hezbollah.

La crisi economica della piccola nazione mediterranea affonda le sue radici in decenni di corruzione sistemica e di malgoverno della classe politica al potere dalla fine della guerra civile.

I libanesi hanno organizzato proteste di massa per chiedere un cambiamento politico radicale, ma poche delle loro richieste sono state soddisfatte, dato che la situazione economica è costantemente peggiorata dall'autunno scorso.

Danneggiate le riserve di grano: rischio crisi alimentare

L'esplosione solleva diverse preoccupazioni su come il Libano potrà continuare a importare quasi tutti i beni vitali alla sua economia, ora che il suo principale porto è devastato.

Nel piccolo Paese, che già ospita oltre un milione di siriani, la crisi alimentare potrebbe farsi più acuta. Il principale silos per il grano, nel porto, è gestito dal Ministero dell'Economia e del Commercio libanese. Immagini registrate da un drone di Associated Press mostrano come l'esplosione abbia sventrato questi silos. Secondo il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti, il Libano importa circa l'80% del grano. L'85% del grano importato veniva immagazzinato proprio nei silos ora distrutti.

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L'Agenzia nazionale di stampa cita Raoul Nehme, ministro dell'economia e del commercio: tutto il grano immagazzinato in quell'area sarebbe "contaminato" e impossibile da utilizzare. Tuttavia, aggiunge Nehme, il Libano avrebbe abbastanza grano di riserva per le necessità immediate. Previsto inoltre uno sforzo ulteriore per importarne di più nei prossimi giorni.

Le foto e i video della deflagrazione

Qui siamo a 2km dal luogo della deflagrazione, il video è stato registrato al tramonto.

Questo il momento dell'esplosione catturato dalle telecamere mentre un prete diceva messa nella parrocchia di St. Maron Baouchrieh.

Joelle Bassoul, un'operatrice per i diritti umani a Beirut, era nel quartiere con la madre quando sono arrivate le due onde d'urto. "La prima è stata un big bang", le parole di Bassoul a Euronews. "Intorno a noi la gente urlava, alcune auto sono esplose nell'edificio", ha aggiunto. Qando è tornata nel palazzo, lì vicino, era completamente distrutto. La gente per le strade era in preda al panico, danni ovunque. Questo il video che ha registrato da casa sua.

"Il coronavirus ci ha salvato. Questo è l'ufficio dell'agenzia AP questa mattina", scrive la giornalista Dalal Mawad riferendosi alla necessità di lavorare da casa in questi giorni di pandemia (5mila casi e 62 morti nel Paese dei Cedri, finora).

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Copyright: AFPANWAR AMRO

Ecco come si presenta la capitale libanese il giorno dopo.

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Luna Safwan, giornalista freelance a Beirut, ha dichiarato a Euronews di aver sentito le esplosioni a Baabda, vicino al palazzo presidenziale, a quasi dieci chilometri dal porto. I suoi genitori, che hanno vissuto la guerra civile durata fino al 1990, non avevano mai esperito del genere.

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La nuvola di fumo rosso era visibile anche a 50km di distanza. Ecco come appare il giorno dopo il sito dell'esplosione.

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