Libano, perché la gente non si fida

Libano, perché la gente non si fida
Diritti d'autore AP Photo/Bilal Hussein
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Di Alberto De Filippis
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Sembra ormai superata la suddivisione del potere su base confessionale nel paese dei cedri

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Sono passati oltre tre mesi, ma la gente, soprattutto i giovani,  continua a scendere in strada in Libano in protesta contro la corruzione e il malgoverno. Sono tutti accomunati dallo slogan "Nessuna fiducia!".  Diversi cortei hanno marciato sul centro della capitale. I manifestanti protestano dal 17 ottobre scorso e chiedono un completo ricambio della classe dirigente, accusata di corruzione e incompetenza, e la formazione di un governo di tecnici, non affiliato ai partiti che dominano in Libano dalla fine della guerra civile, nel 1990. Il governo da poco formato, secondo loro è un'emanazione di quei partiti.

Nel paese è in atto da decadi una suddivisione dei poteri su base confessionale. Il fatto è che, per mantenere questo stato di cose, è anche da tanto tempo che non si svolge un vero sondaggio al riguardo, su base nazionale. La popolazione è cambiata, così come sono cambiati i costumi in uno stato dove la componente laica è sempre più grande. Uno stato di cose che non piace ovviamente ai partiti tradizionalisti che questta situazione di cleptocrazia e corruzione genralizzata hanno continuato a creare. Per questo chi protesta non ha nessuna fiducia nei cambiamenti promossi dal mondo politico.

Secondo i manifestanti, il governo di Hassan Diab, nato dopo giorni di incertezza, durante i quali la crisi economica è cresciuta, migliaia di persone hanno perso il lavoro e il Paese si è impoverito, non è quanto "chiesto dal popolo". E questo anche se l'attuale esecutivo almeno formalmente è composto da tecnici e accademici.

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