Lufthansa taglia fino a 20 mila posti (forse)

La crisi generata dalla pandemia potrebbe costare un taglio di 22.000 posti di lavoro full time a Lufthansa (che corrisponde al 16% dei suoi occupati effettivi). La compagnia aerea tedesca rivede al rialzo le stime sui tagli, dopo aver preso in considerazione una rimodulazione degli orari di lavoro e aver calcolato che lascerà a terra circa 100 apparecchi.
La scorsa settimana, in occasione della presentazione dei dati di bilancio del primo trimestre del 2020, l'amministratore delegato della compagnia aerea, Carsten Spohr, aveva parlato di "10mila dipendenti di troppo".
La compagnia - che possiede anche Swiss, Austrian, Brussel Airlines ed Eurowings - necessita degli aiuti di Stato per superare la crisi. In cambio di un piano di salvataggio di 9 miliardi di euro, Lufthansa dovrebbe cedere alcuni diritti - slot di atterraggio e decollo - ai competitori negli aeroporti di Francoforte e Monaco, come previsto dalle condizioni imposte da Bruxelles. Gli azionisti dovrebbero trovare un accordo con le organizzazioni sindacali entro il 25 giugno, data dell'assemblea dei soci.
Lufthansa è solo l'ultimo vettore in ordine di tempo ad annunciare grossi tagli al personale, a causa della pandemia che per oltre 3 mesi ha paralizzato il settore aereo. La low cost irlandese Ryanair aveva infatti fatto sapere che 3.000 posti erano a rischio, mentre la britannica Easyjet prevede di tagliare 4.500 posti. Una delle prime a diminuire il proprio organico era stata Air Canada, che aveva annunciato un dimezzamento del proprio organico, con 20.000 posti in meno.
Nel frattempo, la Iata (International Air Transport Association) ha annunciato che prevede una crisi nei cieli lunga altri due anni e ricavi in calo del 50%.