Coronavirus: la cupa fine della generazione che superò la guerra

Coronavirus: la cupa fine della generazione che superò la guerra
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Di Paolo Alberto Valenti
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Se ne va una generazione, quella che visse la prima giovinezza alla fine dell'utima guerra, la generazione del miracolo economico. Una fine nella desolazione di una postmodernità incapace di arginare l'epidemia

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È irriconoscibile New York in questi giorni, la città sempre viva imbastisce fra le sue prospettive il silenzio tombale del confinamento, i rari passanti e la colonna sonora delle sirene delle ambulanze. Un parlottare sommesso, gli ambulanzieri che si affrettano nella vestizione prima di entrare nelle case di riposo e poi non sempre si portano via anziani ancora vivi ma solo cadaveri. Quantità disumane di cadaveri che sono molti di più di quelli di una piccola guerra. C'è il senso dell'agonia.

Una atroce coreografia

Ecco la coreografia più atroce che si ricorderà del coronavirus anno 2020. Siamo presso la residenza Cobble Hill dove un uomo voleva almeno sapere se è stato scritto sul certificato di morte dello zio che è stato il coronavirus ad ucciderlo. Non si sa se qualcuno gli ha mai fatto l'autopsia e forse non lo si saprà mai. Comunque si fuggono i pericoli e i test anche nella potente America non sono per tutti.

La rabbia del Bronx

La rabbia, la frustrazione nasce dal non sapere cosa sia successo. Le squadre di soccorso sono poche e stremate davanti all'epidemia....."Beh, le ambulanze, sì, le sento costantemente. Non è più come prima. Adesso sono molte di più": spiega una abitante del Bronx.

Le stime europee costantemente al rialzo

Le stime non riescono a dare delle cifre credibili viste le tante morti che anche in paesi come Francia, Spagna, Italia hanno preceduto la dichiarazione ufficiale di pandemia, le variazioni che si calcolano in Europa parlano di morti di anziani in casa o negli ospizi che vanno dal 42 o fino al 57% delle morti ufficiali. Una strage di cui sarà difficile individuare i colpevoli inconsapevoli, oppure colpevolemente consapevoli di misure e procedure di sicurezza inesistenti o inadeguate che hanno fatto sia degli ospedali che della case di riposo dei moltiplicatori della diffusione della malattia. Un disastro nel disastro.

ULTIMI DATI ITALIA

Intanto sono 23.227 le vittime totali in Italia al 18 aprile con un aumento 482 unità. Il giorno 17/04 l'aumento era stato di 575 persone, quindi in calo. Il numero dei contagiati totali dal coronavirus in Italia - compresi morti e guariti - è di 175.925, con un incremento di 3.491 persone. I dati sono resi noti dalla Protezione civile.

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