Coronavirus. Senza un tetto si è ancora meno uguali degli altri

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Più esposti, meno aiutati e talvolta anche multati per mancato rispetto del confinamento. Dramma e paradosso dei senzatetto, indeboliti dalla strada e ora ancora più vulnerabili agli attacchi del virus. La battaglia di solidarietà di Fondazione Arrels, Comunnità di Sant'Egidio e Protezione Civile

Il Coronavirus fa esplodere le differenze

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No, il Coronavirus non livella le differenze. Quando si dorme per strada si è meno uguali e più esposti degli altri. Ancora più abbandonati a se stessi, impossibilitati a rispettare il confinamento e talvolta anche multati per non esser restati sotto non si sa poi quale tetto. E poi, come da Barcellona ricorda Rafael, che un tetto non ce l'ha ormai da oltre dieci anni, con bar e ristoranti chiusi è sempre più difficile anche trovare quei pochi resti di cibo, che talvolta permettono di placare la fame. 

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Più vulnerabili, meno protetti e talvota pure multati

Come lui sono oggi migliaia in Europa. Persone che il virus ha reso ancora più fragili e per cui si battono fondazioni come la catalana Arrels. "Ci sono circa 1200 a Barcellona - spiega uno dei suoi volontari -. Le risorse per aiutarli non bastano e le strutture d'accoglienza sono insufficienti. Adesso, con il Coronavirus, diventa ancora più complicato. Per loro il rischio di contagio aumenta e per rispettare i divieti dovrebbero avere un tetto...".

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E se in città francesi come Parigi e Lione, si è arrivato addirittura a multarli per mancato rispetto delle misure di confinamento, a intervenire a sostenerli è in Italia non è solo la Protezione Civile. Ad aprire le porte delle sue mense, e il sostegno dei suoi volontari, è tra gli altri anche la Comunità di Sant'Egidio. "La situazione è peggiorata - spiega Lucia Lucchini, responsabile del servizio per i senza fissa dimora -. Va poi anche considerato che città così vuote, per chi non ha un luogo dove andare a dormire e dove andare a vivere, spaventano ancora di più". Paura, anche per la salute spesso cagionevole di chi un tetto sopra la testa non ce l'ha: persone che la dura vita in strada rende ora ancora più vulnerabili agli attacchi del virus.

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