Nelle città più inquinate il coronavirus uccide di più

Italy Virus Outbreak
Italy Virus Outbreak Diritti d'autore Luca Bruno/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
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Di Euronews
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Lo denuncia una Ong, L'Alleanza europea per la salute pubblica (EPHA), con i dati dell'epidemia di Sars del 2003 alla mano.

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Chi vive in città o regioni con alti livelli di inquinamento atmosferico è più a rischio con l'epidemia di COVID-19 dilagante.

Lo denuncia una Ong, L'Alleanza europea per la salute pubblica (EPHA), indicando che l'inquinamento atmosferico è causa di diabete, ipertensione e malattie respiratorie: condizioni di salute che minano il sistema immunitario e contribuiscono a rendere il coronavirus più letale.

L'EPHA cita uno studio del 2003 che rileva come, durante l'epidemia di SARS, le persone avevano l'84% di probabilità in più di morire se vivevano in un'area a moderato inquinamento atmosferico - rispetto a coloro che vivevano in un'area dove i livelli di inquinamento atmosferico erano bassi.

La SARS ha ucciso 774 persone tra il 2002 e il 2003, sono stati oltre 8mila i casi segnalati, la maggior parte dei quali in Cina. Come per il COVID-19, l'agente patogeno era un coronavirus, trasmesso dai gatti agli esseri umani.

"I pazienti con patologie croniche polmonari e cardiache causate o aggravate dall'esposizione a lungo termine all'inquinamento atmosferico sono meno in grado di combattere le infezioni polmonari e hanno più probabilità di morire", le parole di Sara De Matteis, professore associato di Medicina del Lavoro e dell'Ambiente all'Università di Cagliari. "Lo stesso probabilmente vale anche per il Covid-19", ha aggiunto De Matteis, membro della European Respiratory Society.

Livelli di biossido di azoto prima e dopo la quarantena - EPHA

L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nove persone su dieci nel mondo respirino aria inquinata. Ogni anno, sono sette i milioni di morti per inquinamento. Un terzo dei morti di ictus, cancro ai polmoni e malattie cardiovascolari sono dovute all'inquinamento dell'aria. 

Il Nord Italia è uno dei punti più critici in Europa per concentrazione di polveri sottili, sostiene l'Ong, ed è anche l'area più esposta al contagio di coronavirus di tutto il continente. Dopo l'inizio delle misure restrittive, come rivelano le immagini satellitari, si è registrato un forte calo dei livelli di inquinamento.

Il segretario generale ad interim dell'EPHA, Sascha Marschang, sostiene che nonostante la qualità dell'aria possa migliorare, "il danno sulla salute umana è già fatto, e la capacità di combattere le infezioni è già stata è già compromessa".

"I governi avrebbero dovuto affrontare il problema dell'inquinamento cronico dell'aria già da tempo, ma hanno dato priorità all'economia rispetto alla salute, concedendo morbidezze nei confronti dell'industria automobilistica. Una volta superata questa crisi, i politici dovrebbero accelerare le misure per impedire ai veicoli inquinanti di circolare per le nostre strade", ha concluso.

"La scienza ci dice che epidemie come quella di Covid-19 si verificheranno con sempre maggiore frequenza. Ripulire le strade è un investimento fondamentale per un futuro più sano".

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