Israele alle urne, per la terza volta in 328 giorni

Urne aperte in Israele, per la terza volta in meno di un anno, per provare a uscire dall'impasse politica nella quale è caduto il Paese esattamente 328 giorni fa. E, secondo gli ultimi sondaggi, non è assolutamente scontato che questa volta si riuscirà a uscire dallo stallo. La distanza tra i principali partiti è minima, con Likud del premier Benjamin Netanyahu, vincitore al primo round nell'aprile dello scorso anno, che potrebbe avere qualche briciola in più, ma non abbastanza, ancora una volta, per governare.
Bibi tallonato dal rivale Gantz
I centristi del partito Blu-Bianco di Benny Gantz - che si presero il secondo round a settembre - seguono, infatti, da vicino, anzi vicinissimo. Secondo le previsioni, Likud prendere infatti 35 seggi, mentre Blu-Bianco ne avrebbe 34. Entrambi dovrebbero cercare poi alleati, con nessuna delle due coalizioni, secondo i pronostici, che raggiungerebbe comunque i 61 seggi su 120 alla Knesset, necessari per avere la maggioranza per poter governare.
Si va verso un quarto round?
E se davvero dovesse andare in questo modo, l'unica strada percorribile sarebbe quella di un altro voto, un quarto round del quale gli israeliani hanno tutt'altro che bisogno. Soprattutto visti i tempi che corrono nello Stato ebraico, con il panico da coronavirus, scoppiato nel Paese negli ultimi giorni (e che potrebbe, tra l'altro, pesare sull'affluenza ai seggi questo lunedì), l'inizio il 17 marzo del processo per corruzione, frode e abuso di potere a carico di Bibi e l'annessione in tempi brevi, secondo il cosiddetto piano di pace di Donald Trump, della parte palestinese della Valle del Giordano e delle colonie israeliane in Cisgiordania.