In migliaia da Idlib alle porte d'Europa: Atene dice no

Una lunga marcia dalla Siria alla Grecia, per sfuggire alle bombe e inseguire un sogno di normalità. Sono già in migliaia a tentare la via dell'Europa, dall'apertura delle frontiere con cui Ankara sta provando a smuovere l'Occidente sul precipitare della situazione militare e umanitaria a Idlib.
Erdogan cavalca la marea di profughi in marcia: "Avanti con le frontiere aperte"
Una marea umana che si sta gonfiando di ora in ora e che la Turchia del presidente Erdogan conferma di voler cavalcare. "Che cosa abbiamo fatto ieri? Abbiamo aperto le porte - dice il presidente turco Recep Tayyip Erdogan -. E già stamattina, circa 18.000 persone avevano passato la frontiera. Una cifra che in giornata potrebbe salire a 25-30.000 persone. Non chiuderemo però le frontiere, e questo flusso continuerà ad aumentare".
Lacrimogeni e respingimenti al confine. Atene annuncia la linea dura
Sfida per i profughi in fuga è ora soprattutto forzare gli accessi alla Grecia. Ad accoglierli al posto di frontiera di Kastanies sono però già i gas lacrimogeni. "Al momento abbiamo respinto 4.000 - l'annuncio di Atene nella mattinata di sabato - e stiamo potenziando la sicurezza ai confini non tollereremo alcun arrivo illegale". La polizia di frontiera greca, che nella giornata di sabato annunciava di aver effettuato anche una settantina di arresti, sostiene che molte delle persone in arrivo non siano profughi siriani, ma migranti di diverse provenienze e nazionalità. Alcuni di loro, secondo gli stessi agenti, per forzare i blocchi avrebbero utilizzato dei gas lacrimogeni di produzione turca. Una poco velata accusa ad Ankara, di fomentare e di armare un esodo, che la aiuterebbe a forzare la mano alle diplomazie dell'Europa continentale.