Nel vertice di Tirana, i leader di Albania, Serbia, Montenegro e Macedonia del Nord hanno ribadito la necessità di cooperare per lo sviluppo della regione balcanica e per rilanciare il processo di adesione all'UE. Ma il Kosovo resta escluso.
TIRANA (ALBANIA) - I leader di quattro paesi dei Balcani occidentali - Albania, Serbia, Montenegro e Macedonia del Nord - si sono incontrati sabato nella capitale albanese, Tirana, per discutere su come rafforzare la cooperazione regionale nella loro ricerca di adesione all'Unione Europea.
Il West Balkans Summit - denominato "Piccola Schengen" (dal nome della zona di libera circolazione dell'UE) - è stato ospitato dal primo ministro albanese Edi Rama.
"Non possiamo andare avanti da soli"
Hanno partecipato anche il primo ministro della Macedonia settentrionale Zoran Zaev, i presidenti di serbia e montenegro Aleksandar Vučić e Milo Djukanović.
"Abbiamo la forza per cambiare la vita delle persone e delle imprese"
"La nostra iniziativa di cooperazione non può essere fermata e continuerà convinta, poichè abbiamo la forza per applicare gli accordi raggiunti in precedenza. Abbiamo la forza per migliorare la vita delle persone, la realtà quotidiana dei cittadini e la realtà quotidiana delle imprese, così come concordato a Berlino, nel contesto del CEFTA (Central European Free Trade Agreement)", dichiara Edi Rama, premier albanese.
Manifestazione pro-Kosovo
All'esterno della sede del summit a Tirana, un gruppo di manifestanti ha esibito cartelli e protestato a favore del Kosovo, non riconosciuto come stato da Serbia e Bosnia Erzegovina: lo stesso premier kosovaro Hashim Thaçi ha rifiutato l'inviato a partecipare al summit.
PER CONOSCERE LA STORIA ➡️
Un articolo scritto 30 anni fa sulla lotta per l'emancipazione degli albanesi in Kosovo
Europa, cosi vicina e cosi lontana
I quattro paesi che hanno partecipato al vertice di Tirana sono, in fasi diverse, sulla via dell'adesione all'UE.
Mentre Montenegro e Serbia hanno già aperto i negoziati di adesione con l'Europa, il processo di adesione di Albania e Macedonia del Nord è stato per ora bloccato da alcuni paesi membri guidati dalla Francia.