Oltre 1.000 tonnellate di petrolio sono state ripulite dalle spiagge del Brasile nord-orientale, dopo la fuoriuscita di greggio dello scorso 28-29 luglio. Secondo l'indagine, la responsabilità è di una petroliera greca. Ma l'armatore nega. E ci sono polemiche sul "pronto soccorso ambientale".
Una immensa marea nera sulla spiaggia di São José da Coroa Grande, in Brasile, nella provincia di Pernambuco.
È l'effetto della fuoriuscita di petrolio avvenuta tra il 28 e il 29 luglio scorsi e che si è allargata lungo tutta la costa nord-orientale brasiliana.
Il petrolio sta danneggiando anche l'ambiente, non solo l'Oceano Atlantico.
Alla fine di ottobre, oltre 1.000 tonnellate sono state ripulite: la fuoriuscita ha contaminato porzioni di tutti e nove gli stati della regione nord-orientale del Brasile.
Le indagini della polizia e delle autorità marittime hanno portato all'individuazione della petroliera sospettata della fuoriuscita di greggio: si tratta della petroliera battente bandiera greca Bouboulina, partita dal Venezuela con destinazione Malesia.
Secondo l'indagine, che ha coinvolto immagini satellitari, la fuoriuscita è avvenuta a fine luglio, ma è stata segnalata, incredibilmente, solo diverse settimane più tardi.
Il 15 luglio la petroliera Bouboulina è arrivata in Venezuela e tre giorni dopo ha lasciato il paese, uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo, diretta a Singapore e poi in Malesia.
Un percorso tortuoso
Non ci sono, tuttavia, altre registrazioni tra la fine di maggio e l'inizio di ottobre: la nave sembra essere letteralmente sparita dai radar dopo aver lasciato Marcus Hook, negli Stati Uniti.
Riappare solo l'8 ottobre a Durban, in Sudafrica.
Poi ha navigato verso la Nigeria e dal 20 ottobre è rimasta nelle acque nigeriane. Un percorso quantomeno tortuoso.
La Delta Tankers, proprietaria della petroliera Bouboulina, nega ogni responsabiltà. Secondo l'armatore greco non vi è "nessuna prova" delle presunte perdite subita dalla loro nave.
"Il Pronto Soccorso ambientale? Un caos totale"
Carlos Nobre, membro dell'Accademia Brasiliana delle Scienze critica anche gli interventi di emergenza ambientale:
"Le persone che si sono organizzate e che hanno potuto agire immediatamente a livello federale, statale, privato, privato, non avevano in realtà nessuna organizzazione. Un caos totale".