Brexit: oggi il Parlamento deciderà se dare il via libera all'iter accelerato

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Di Luca Santocchia
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Oggi due votazioni cruciali: il Parlamento deciderà se dare il via libera alla legge, in modo che possa essere discussa, e se accettare il calendario condensato proposto dal governo

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Tre giorni per approvare la legge necessaria a dare concreta applicazione alla Brexit. Un calendario serrato, quello proposto dal governo di Boris Johnson, che si sta giocando le ultime carte per riuscire ad approvare entro il 31 ottobre il nuovo accordo siglato con Bruxelles.

Il sì del Parlamento alla legge (chiamata Withdrawal Agreement Bill o WAB) non sembra in dubbio, ma l'iter accelerato non convince molti deputati di entrambi gli schieramenti, chiamati oggi a due votazioni cruciali: prima dovranno dare il via libera alla legge, in modo che possa essere discussa, poi decidere se accettare o meno il calendario condensato proposto dal leader della Camera dei Comuni Jacob Rees-Mogg. "Chi si oppone a questo calendario, si oppone alla Brexit", ha detto il leader della Camera dei Comuni.

Tra i più irritati dalla tabella di marcia proposta dal governo c'è il deputato la laburista Keir Starmer: "I ministri stanno cercando di forzare i parlamentari ad approvare una legge che potrebbe causare danni enormi al nostro paese. Non possiamo fidarci di questo premier", ha scritto su Twitter Starmer.

Il no di Bercow e la rabbia dei conservatori

L'accelerata del governo è arrivata dopo il rifiuto dello speaker della Camera John Bercow di consentire un nuovo voto sull'accordo, inizialmente previsto per sabato, ma cancellato da Jonhson dopo l'approvazione dell'emendamento Letwin. "La questione è già stata dibattuta, farlo di nuovo sarebbe una ripetizione", ha detto Bercow.

Un rifiuto che non è piaciuto ad alcuni deputati conservatori, che hanno accusato Bercow di essere di parte. "A volte è necessario compiacere una parte e non l'altra, ma sta diventando notevole la frequenza con cui lei asseconda solo una parte del Parlamento", si è lamentato il conservatore Bernard Jenkin.

I due punti cruciali della legge sono la creazione di un confine lungo il Mare d'Irlanda e l'uscita dell'intero Regno Unito dall'Unione doganale europea. Il testo però contiene anche alcune misure per la tutela dei diritti dei lavoratori che potrebbero convincere alcuni laburisti ad appoggiarlo.

Le incognite però restano tante: durante il dibattito i deputati potranno proporre degli emendamenti, tra cui la richiesta di un nuovo referendum. La corsa ad ostacoli di Boris Jonshon sembra destinata a concludersi, in un modo o nell'altro: se in Parlamento arrivasse un nuovo sgambetto, il premier potrebbe decidere di tornare alle urne.

Juncker: "La Brexit è stata una spreco di tempo e di energie"

Davanti alla plenaria di Strasburgo il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker non ha nascosto il disappunto per aver dovuto dedicare una buona parte del suo mandato alla Brexit.

"È stato un dolore dover dedicare tutto questo tempo alla Brexit - ha detto Juncker -. Nel corso del mio mandato non ho pensato ad altro che a migliorare l'Unione europea per i cittadini. È stato uno spreco di tempo ed energie. Non è immaginabile che questo Parlamento ratifichi l'accordo sulla Brexit prima che lo faccia Westminster. Prima tocca a Londra, poi a Bruxelles e Strasburgo".

Donald Tusk ha confermato che le prossime mosse sulla Brexit dipenderanno dall'esito del dibattito parlamentare a Londra. "Dobbiamo essere pronti a qualsiasi scenario - ha detto il presidente del Consiglio europeo - ,a una cosa deve essere chiara e l'ho già detta a Johson: non saremmo noi i responsabili di un'eventuale Brexit senza accordo".

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