Truppe e mezzi militari dei due Paesi hanno passato il confine, nel nord del Paese, dove Erdogan vuole istituire una "zona sicura" entro fine mese
Sono iniziate questa domenica le pattuglie di terra congiunte Stati Uniti-Turchia nel nord della Siria. Dei veicoli militari turchi e dei blindati americani hanno attraversato il confine verso le 10 del mattino (ora locale) e si sono diretti verso la città di Tell Abyad. L'obiettivo è quello di creare una zona sicura entro fine mese, a est del fume Eufrate, annunciato nei giorni scorsi da Recep Tayyip Erdogan. Il presidente turco in quell'occasione aveva lanciato un monito a Bruxelles, qualora non volesse dare sostegno economico e politico nella costituzione di questa safe zone.
"Senza una safe zone, saremo obbligati ad aprire le porte ai rifugiati", dichiarava Erdogan questo giovedì. "Saremo obbligati a farlo. Se volete aiutarci, allora fatelo. E se così non fosse, abbiamo già tollerato tutto ciò per troppo tempo e lo stiamo ancora facendo. Siamo i soli, noi, a dover gestire questo fardello?"
Una safe zone per i rifugiati, che permette a Erdogan di contenere i curdi
Erdogan teme un nuovo afflusso di rifugiati verso il suo Paese, vista l'avanzata dell'esercito governativo siriano verso l'ultima roccaforte ribelle di Idlib. Lo scorso 7 agosto, funzionari militari turchi e statunitensi avevano raggiunto un accordo, per l'istituzione di questa zona sicura, lunga 30 chilometri e larga 450, la metà dell'intero confine. La safe zone fungerebbe da corridoio di pace per i cittadini siriani sfollati, circa il 30% dei 3 milioni 600mila attualmente registrati in Turchia. E si trova tra l'altro in una zona controllata dalle milizie curde dello Ypg, alleate di Washington nella lotta contro lo Stato Islamico, ma considerate da Ankara dei "terroristi". Un'occasione, quindi, per Erdogan, per cacciare o per lo meno contenere il "nemico".