Uno scandalo sulla pelle dei più piccoli
Un nuovo scandalo investe i difficili rapporti fra Roma e Caracas. La situazione degli ospedali nel paese caribico è ogni giorno più disperata, ma alcuni problemi che vengono indegnamente sfruttati dalle tifoserie sono pregressi. Uno di questi è il caso dei trapianti di midollo osseo. Dal 2010 Caracas ha un accordo con l'Atmo, l'associazione trapianti di midollo osseo che da anni cerca di sensibilizzare l'opinione pubblica perché sempre più persone si facciano donatrici. PDVSA, la compagnia petrolifera che per anni ha rappresentato il salvadanaio del regime chavista, ha pagato, o avrebbe dovuto pagare, operazioni che si potevano realizzare solo in Italia.
Una decina di ospedali italiani avevano sottoscritto questo accordo fino a quando il debito non ha raggiunto e superato i dieci milioni di euro e la collaborazione con gli italiani è stato sospesa. Il governo chavista accusa quello che chiama criminale embargo degli Stati Uniti, ma il debito è stato accumulato in un periodo in cui non esisteva embargo contro i beni di PDVSA.
La somma è stata raggiunta nel gennaio 2018. Come confermato dal rapporto dell'alto commissario per le Nazioni Unite, Michelle Bachelet, le sanzioni contro PDVSA sono iniziate alla fine del mese di gennaio 2019. La compagnia avrebbe dovuto pagare a 30 giorni le fatture degli ospedali, ma sembra che alcuni fondi siano stati stornati. Il denaro c'era, ma le relazioni che avrebbero dovuto approvare i pagamenti agli ospedali italiani non sono mai state controfirmate dalla direzione di PDVSA. E quindi i soldi non sono mai arrivati. Adesso anche le famiglie dei piccoli trapiantati in Italia non sanno come fare, mentre in Venezuela dei bambini continuano a morire.