Al Consiglio europeo di Bruxelles si decidono i ruoli chiave per la Ue

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Diritti d'autore REUTERS/Piroschka van de Wouw
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I leader Ue spaccati sulle nomine corteggiano la Merkel. Non c'è la maggioranza su un nome, la cancelliera unirebbe tutti

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Si apre a Bruxelles il Consiglio europeo decisivo per le nomine per i top job europei e per il negoziato tra Italia e Europa sulla procedura di infrazione.

I grandi giocatori della prima partita saranno il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel, i quali hanno avuto un faccia a faccia prima del summit. Si spera sia possibile chiudere le danze giovedì notte o magari venerdì mattina, quando sono previsti anche un Eurosummit ed una riunione a 27 sulla Brexit. Ma, per dirla con il primo ministro irlandese Leo Varadkar, "potrebbe essere più rapido eleggere un pontefice che assegnare tutte gli incarichi di vertice della Ue".

Jean-Claude Juncker è stato eletto con il sistema dello spitzenkandidat - invece di essere nominato dai capi di stato e di governo, è stato scelto per la prima volta dai suoi pari, ha partecipato alle elezioni europee e poi è stato approvato dal Consiglio europeo - ma non è detto che quest'anno si proceda allo stesso modo. Il risultato delle Europee ha lasciato aperti tutti i giochi e la nomina di Manfred Weber è tutt'altro che certa: nessun gruppo politico gode infatti di una solida maggioranza all'Europarlamento. Nathalie Loiseau, del partito di Macron, l'ha definito "un ectoplasma".

Quanto al negoziato tra Italia e Europa, Conte non si sottrarrrà alle regole del Patto di stabilità e crescita né reclamerà deroghe o concessioni, anche se la sua lettera avvertirà dell'urgenza di stimolare una discussione che ridefinisca la governance economica dell’Eurozona e dell’Unione ormai non più al passo coi tempi.

Il programma della due giorni

La giornata (qui trovate il programma completo) ha preso il via con una colazione dei sei premier incaricati del negoziato dalle rispettive famiglie politiche: lo spagnolo Pedro Sanchez e il portoghese Antonio Costa per i Socialisti (S&D); l'olandese Mark Rutte e il belga Charles Michel per Liberali (Renew Europe); il croato Andrej Plenkovic ed il lettone Krisjaunis Karins per i Popolari (Ppe). Subito dopo, il formato si è ristretto a Sanchez, Costa e Macron per le ultime messe a punto. I leader Ue si troveranno seduti al tavolo del Consiglio per "prendere le più importanti decisioni sulle nomine per il prossimo ciclo istituzionale e adottare un'agenda strategica per il 2019-2024". Nel pomeriggio è prevista una "sessione di lavoro" seguita da una "cena di lavoro" e una conferenza stampa in tarda serata.

Venerdì, i leader Ue27 (senza la Gran Bretagna) si incontreranno di nuovo per discutere di ogni tipo di tema, budget incluso. La Brexit, per la prima volta dopo tanto tempo, non sarà in agenda. Jean-Claude Juncker e il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk dovrebbero fornire un breve aggiornamento, anche sul grado di preparazione dell'UE per uno scenario "no deal". Molti dei candidati che sostituiranno il primo ministro britannico Theresa May hanno suggerito che cercheranno ulteriori negoziati sul backstop, il meccanismo di protezione delle frontiere irlandesi, cosa che i leader dell'UE hanno ripetutamente escluso.

La conferenza stampa finale è prevista per le 12.30.

L'ipotesi Merkel alla guida dell'Europa

Gli incarichi in palio sono cinque: Presidente della Commissione e del Consiglio, capo della diplomazia europea, presidente del Parlamento europeo e capo della Bce.

Per succedere a Juncker, sarà necessario essere nominati dalla maggioranza qualificata del Consiglio (21 leader) e poi ottenere il via libera del Parlamento (con 376 voti su 751).

Qualcosa sembra bollire nel pentolone dei Socialisti e dei Liberali. Il via vai verso l'Aja di questi ultimi giorni, dove Rutte ha accolto lo sherpa lettone Karins lunedì, e Sanchez oggi, potrebbe riservare qualche sorpresa per la poltrona dell'Esecutivo comunitario. D'altra parte, secondo fonti diplomatiche europee, più di un premier, tra questi anche il lussemburghese Xavier Bettel (Liberale), si è speso per convincere Merkel ad assumere una delle leadership disponibili, se non quella della Commissione, almeno quella del Consiglio. E nonostante le ripetute smentite della diretta interessata, molti in città sono convinti, o forse sperano, che la grande decana tedesca alla fine approdi a Bruxelles.

"Soluzione entro il 2 luglio"

Secondo la cancelliera tedesca Angela Merkel, la soluzione potrebbe non arrivare oggi ma "non è accettabile una proposta del Consiglio europeo" sul nome del prossimo presidente della Commissione "che sia poi respinta dagli eurodeputati. Il nostro obiettivo è quello di trovare una soluzione comune prima del 2 luglio".

"Bisogna lavorare col Parlamento europeo per trovare la squadra migliore per l'Ue, con uomini e donne che abbiano competenze, credibilità e siano figure forti. Il Parlamento stamani si è espresso su una candidatura, ora sta al presidente del Consiglio Tusk fare" la sua relazione. Così il presidente francese Emmanuel Macron arrivando al vertice europeo

Vista la fluidità della situazione però, la possibilità di un summit straordinario il primo luglio resta ancora in piedi.

Chi sono i favoriti per Parlamento, Bce e diplomazia

Come detto, scarse sembrano essere le chance dello Spitzenkandidat del Ppe Manfred Weber, così come quelle di Frans Timmermans, il candidato di punta indicato dai Socialisti, mentre resta più solida la candidatura della commissaria danese alla Concorrenza Margrethe Vestager (Liberale). Ma nessuno dei tre nomi per ora ha raccolto una maggioranza tra i gruppi politici impegnati a formare la coalizione arcobaleno al Parlamento europeo. Alla guida della diplomazia Ue, nella casella attualmente riempita da Federica Mogherini, il tam tam evoca il probabile arrivo di un socialista: tra i più quotati c'è lo spagnolo Josep Borrell. Tutta aperta resta anche la corsa per l'Eurotower, dove i favoriti alla successione di Mario Draghi appaiono i finlandesi Olli Rehn e Erkki Liikanen, una possibile soluzione di compromesso. Ma resta in pista anche il governatore della Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau, che secondo indiscrezioni l'Italia di Giuseppe Conte, così come i leader dei Paesi della sponda sud, sembra intenzionata ad appoggiare. Ma anche il falco tedesco Jens Weidmann continua ad essere in corsa cercando di cambiare penne con dichiarazioni da colomba e rivalutando improvvisamente l'operato di Mario Draghi e il suo celeberrimo 'whatever it takes' del 2012, la promessa che la Bce avrebbe fatto tutto il necessario per salvare l'euro poi sfociata nell'Omt, all'epoca avversato dalla Bundesbank.

Cambiamento climatico

Otto paesi stanno spingendo per un fermo impegno a favore dell'ambizioso progetto di piano climatico per il 2050. Cipro, Danimarca, Danimarca, Lettonia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Portogallo, Spagna e Svezia vogliono tutti inviare un "messaggio forte" di leadership europea in vista di un importante vertice delle Nazioni Unite a settembre, riporta Euractiv.

Tuttavia, altri Stati membri, tra cui l'Estonia, l'Ungheria e la Polonia, vogliono attenersi agli obiettivi esistenti e affermano che la scadenza per la neutralità climatica - emissioni zero - dovrebbe essere riformulata con la dicitura a "metà secolo" piuttosto che alla data esplicita del 2050.

Un recente audit ha dimostrato che l'UE è sulla buona strada per rispettare l'impegno principale di ridurre le emissioni del 40% entro il 2030. Si teme tuttavia che nuovi obiettivi rigorosi possano nuocere alla competitività e ai costi dell'occupazione.

L'adesione dell'Albania e della Macedonia del Nord

Mentre la Gran Bretagna fatica a decidere come lasciare la UE, altri paesi stanno cercando di entrare nel club. L'Albania e la Macedonia del Nord avrebbero dovuto avviare i negoziati di adesione al vertice di questa settimana. Ma i governi UE hanno rinviato questo processo di diversi mesi. In particolare, la Germania sostiene che il processo ha bisogno dell'approvazione del suo parlamento, e il ministro Michael Roth ha sostenuto di avere avuto finora "troppo poco tempo" per discutere la questione.

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Il ritardo ha causato allarme nei Balcani, in particolare nella Macedonia del Nord, dove i politici filo-UE stanno lottando contro l'ascesa di rivali populisti. Lo scenario si fa ancora più complicato dato che Cipro ha minacciato di porre il veto a qualsiasi accordo a meno che l'UE non affronti la Turchia sul terreno delle perforazioni nelle acque territoriali cipriote nel Mediterraneo.

Accordo sul bilancio

La Commissione europea vuole infine che i leader dell'UE-27 "facciano uno sforzo per far avanzare i negoziati sul prossimo bilancio a lungo termine dell'UE 2021-2027" in modo da poter raggiungere un accordo definitivo entro l'autunno. Si punta ad evitare che si ripeta l'ultimo processo in cui l'approvazione "è stata adottata con sei mesi di ritardo, "con conseguenze negative per molti cittadini, nei nostri Stati membri e oltre".

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Euronews Sera | TG europeo, edizione di mercoledì 20 giugno 2019