Danimarca: vince la sinistra anti-migranti, crollano i populisti

Dopo 8 anni di dominio liberal conservatore, la Danimarca si prepara a dare il benvenuto a un esecutivo di sinistra: con il 26% dei voti, i socialdemocratici della leader Mette Frederiksen si confermano primo partito. Ma è l'ormai pressoché certa alleanza con i Verdi, che raddoppiano i voti schizzando all'8 per cento, che potrebbe assicurare la nascita di un governo di maggioranza, un fatto praticamente inedito nel paese. ¨
Ma se i temi ambientali, stando a interviste ai seggi e intenzioni di voto, hanno catturato il consenso dei più giovani, a dominare la campagna sono stati soprattutto i temi del welfare e dell'immigrazione. E, laddove Frederiksen ha promesso di aumentare la spesa pubblica, sull'immigrazione la 42enne candidata premier ha promesso di conservare la politica di tolleranza zero già avviata dai suoi predecessori, i liberal conservatori guidati dal premier uscente Lars Løkke Rasmussen: il cui partito, pur guadagnando voti, s'è ritrovato battuto sul suo stesso terreno. "Abbiamo registrato il più grande incremento dallo scorso mandato - ha dichiarato il premier uscente dopo lo spoglio - ma resta comunque un gusto agrodolce perché i partiti conservatori sono collettivamente i più deboli".
A crollare a picco è soprattutto l'estrema destra populista: il Folkeparti, dai connotati fortemente xenofobi, scende dal 21 a poco meno del 9 per cento, perdendo 21 seggi. Per 20 anni, il partito aveva offerto l'appoggio ai governi di centro destra in cambio di politiche restrittive sull'immigrazione: ma ora che la linea dura è stata sposata perfino dalla sinistra danese, i populisti sembrano aver perso la propria ragion d'essere.