Salvini e Le Pen, Ying e Yang del sovranismo

Salvini e Le Pen, Ying e Yang del sovranismo
Diritti d'autore عکس از رویترز
Diritti d'autore عکس از رویترز
Di Sergio Cantone
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

A Milano, Salvini e Le Pen sferrano l'ultima offensiva contro Bruxelles. Vogliono cambiare l'Ue, convinti di vincere le elezioni europee.

PUBBLICITÀ

Una visione alternativa e messianica dell'Europa, quella del sovranismo storico, va in scena a Milano dove spera di espugnare Bruxelles, vincendo le Elezioni europee. Il sodalizio Matteo Salvini/Marine Le Pen in Piazza del Duomo guida un plotone di undici leader dell'euro-destra nazional-populista.

Il ministro dell'interno, e vice-presidente del consiglio sfida rassicurando e proclama: "qui non c'è nessuna estrema destra, ma c'è la politica del buon senso. I veri estremisti sono quelli che hanno governato l'Europa negli ultimi vent'anni nel nome della precarietà e della povertà. Il 26 Maggio (data delle elezione europee, ndr) ci prenderemo l'Europa. Andremo a cambiare l'Europa!"

Nessuno dei presenti fornisce i dettagli su come il nazionalismo supererà le attuali divergenze tra stati membri che rendono difficile la coabitazione europea. Infatti, a volte, le assenze in politica contano più dei proclami. Mancano infatti l'Ungherese Viktor Orbàn e i polacchi del PiS di Kaczinsky, segno che la concordia è ancora da completare.

Marine Le Pen, leader del Rassemblemet National, presenta una sorta di ying e yang con Salvini e intrattiene il pubblico locale (fine d'orecchio quando si tratta di indigenismi) in un italiano dal delizioso accento francese. L'appassionata erede di Giovanna d'Arco incanta la folla: "cari amici il nostro dovere adesso è di scrivere il futuro dell'Europa. Insieme!. Il 26 di Maggio, porteremo questa rivoluzione del buon senso in tutta l'Europa!"

La sinistra tradizionale si propone come barriera contro il sovranismo. Quest'ultima battaglia politica rievoca il confronto tra fascismo e anti-fascismo nel nome di due alternative inconciliabili e dagli slogan volatili. Gruppi vivaci in toni e colori, svelti di slogan, e talvolta dal tafferuglio facile, che per una volta raccolgono i consensi anche di alcuni milanesi che normalmente non condividono i loro auspici rivoluzionari.

Insomma, "Milano città aperta", sembrano dire i cittadini anti-sovranisti che oppongono l'ironia dei lenzuoli appesi a 3000 tra davanzali e balconi.

Stefano Simonetta, è uno di loro e conclude:

"Sì, ho deciso di esporre questo striscione perché è giunto il momento di mostrare le nostre facce e anche le nostre facciate, per dire che quando è troppo è troppo. Perché le politiche di questo ministro e queste forze di governo non ci rappresentano. Ed è importante che le voci del dissnso crescano ogni giorno di più".

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Salvini: "Sono più europeista degli europeisti"

Marine Le Pen in Slovacchia, per unire i nazionalisti europei

Sondaggi, Elezioni Ue: dimezzati i seggi dei Conservatori e Riformisti Europei