Plauso del ministro dell'Interno al Paese africano: "Sbarchi in calo. Ora collaborazione su identificazioni e rimpatri". Intanto l'Italia apre le porte a 146 migranti in fuga dalla guerra in Libia
L'arrivo in Italia di un gruppo di migranti, evacuati dalla Libia grazie a uno sgombero umanitario fa pensare a una linea più morbida del governo nei confronti di chi proviene questa zona di crisi. Se ancora a fine marzo il ministro dell'Interno Matteo Salvini parlava della Libia come di un porto sicuro, oggi sottolina che l'Italia non rifiuta chi ha il diritto di emigrare, mantenendo però alta l'attenzione sull'allarme terrorismo.
Allerta condivisa con il governo tunisino, al vertice tra i due Paesi nella capitale Tunisi, che ha trattato argomenti strategici per l'area Mediterranea. Rispetto all'accoglienza dei migranti il presidente Conte ha ribadito che la missione Sophia va aggiornata alle decisioni del Consiglio europeo di un anno fa, per una condivisione di tutti gli oneri da parte degli Stati membri.
Piena convergenza, su migranti e Libia, dove i due Paesi spingono per una soluzione politica. Mentre l'alto commissario Onu per i diritti umani, Michelle Bachelet, esorta a continuare sulla strada dei corridoi umanitari per i civili intrappolati: 42 mila libici in fuga - dice l'Oms - e più di tremila Intrappolati nei centri di detenzione.