Un passaporto per l'Europa contro la Brexit

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Di Loredana PiantaLuke Hanrahan
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La storia del musicista britannico Simon Wallfisch: "La tragedia di mia nonna ebrea mi ha donato oggi un passaporto tedesco. Così resto cittadino europeo nonostante la Brexit"

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"I musicisti dipendono dalla libera circolazione". Con queste parole scritte su un cartello, una volta al mese il violoncellista e baritono Simon Wallfisch manifesta davanti al Parlamento britannico suonando l'Inno alla gioia di Beethoven, per manifestare contro l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea.

"Viaggio molto, metà del mio lavoro è in altri Paesi europei. Nessuna Brexit renderà le cose più semplici di come lo sono ora. Da Londra si può andare a Berlino o Parigi con la stessa facilità con cui si va a Manchester o Newcastle", dice Simon.

Per non perdere questa libertà, il musicista ha chiesto e ottenuto la cittadinanza tedesca, grazie alla nonna ebrea sopravvissuta ad Auschwitz. La Germania infatti garantisce la restituzione del passaporto tedesco a coloro ai quali è stato strappato in epoca nazista. Una possibilità di cui possono beneficiare anche i discendenti.

"Questo non vuol dire che improvvisamente sono diventato tedesco. Sono anche australiano, per via di mia madre. A volte dico solo che sono australiano per evitare di parlare di Brexit", dice Simon sorridendo.

Dopo il referendum in Gran Bretagna sull'uscita dall'Unione, le richieste di cittadinanza tedesca da parte di ebrei britannici da poche decine sono diventate migliaia.

"Avevo giurato di non mettere più piede in Germania", dice Anita Lasker, la nonna di Simon.

Vive da 70 anni nel Regno Unito. A 16 anni si salvò nel campo di concentramento perché sapeva suonare il violoncello. "Quando sono arrivata il comandante voleva formare un'orchestra. Ce l'avevano tutti i campi, e la voleva anche lui", racconta.

Fu poi trasferita a Bergen-Belsen, il campo dove morì Anna Franck. Lì restò cinque mesi, fino all'ingresso delle truppe britanniche nell'aprile del'45.

Oggi non vuole sentir dire che suo nipote è diventato tedesco: "È un musicista, un viaggiatore. È un europeo, non è un tedesco. La Germania non pensi che vogliamo diventare tedeschi di nuovo, è fuori discussione. Europeo, è un vero europeo", ribadisce Anita.

"Da una parte mi sembra di aver tradito la mia famiglia", afferma Simon. "Ma dall'altra penso che rimanendo cittadino europeo ho vinto, contro i nazisti, e contro i nazionalisti".

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