Venezuela: l'appello dei delegati all'Italia

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Di Euronews
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I delegati venezuelani lanciano un chiaro appello all'Italia: 'non ci volti le spalle proprio ora'

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C'era molta attesa per l'arrivo a Roma della delegazione venezuelana, anche perché il governo italiano ha mostrato tutte le sue divisioni interne, con la decisione di bloccare una dichiarazi one europea su Guaidó, con i cinque stelle contrari a quella che ritengono un'ingerenza mentre Salvini appoggia l'opposizione anti-Maduro.

Subito dopo gli incontri abbiamo contattato il capo delegazione, Antonio Ledezma, e Rodrigo Diamanti:

"Non abbiamo nessun dubbio sul fatto che la maggioranza del popolo italiano appoggi la lotta del popolo venezuelano. E ci aspettiamo che i rappresentanti del governo, e i leader che sono nel Parlamento italiano, prendano atto di questa solidarietà del popolo italiano con il nostro Paese. Quando i parlamentari devono decidere tra difendere una narco-dittatura o solidarizzare con chi rappresenta i valori e i principi della solidarietà e della democrazia, non si può avere alcun dubbio", dice Ledezma, e al suo appello si aggiunge quello di Diamanti:

"Essere neutrali in questo momento, quando più abbiamo bisogno dell'Italia, è proprio un crimine, non si può fare questo. Noi venezuelani abbiamo aperto le porte a tutti gli Italiani negli anni '50. E abbiamo avuto 20 anni di lotta contro questa dittatura, e quando finalmente siamo più vicini che mai ad arrivare a questa libertà, proprio l'Italia ci volta la schiena" (...) "Noi non possiamo aspettare di andare a delle elezioni per fare arrivare dopo gli aiuti umanitari. Gli aiuti devono arrivare oggi, oggi, perché c'è gente che muore di fame, o muore per mancanza di medicine. E anche per questo abbiamo bisogno di tutto l'appoggio internazionale, e stiamo cercando la maniera di farli arrivare al più presto possibile".

Nei giorni scorsi l'esercito aveva bloccato i principali valichui, impedendo l'accesso degli aiuti inviati dagli Stati Uniti. Secondo il governo fedele a Maduro, il Venezuela non ha bisogno di aiuti internazionali,e si tratterebbe di propaganda sovversiva.

E proprio mentre la delegazione venezuelana si trovava a Roma, in Venezuela veniva lanciata l'inchiesta sui beni di Guaidò: il presidente della Corte dei Conti ha annunciato in televisione che il presidente auto-proclamato è accusato di aver nascosto parte dei propri beni e di aver ricevuto denaro dall'estero senza un fondato motivo.

Poche ore prima Nicolas Maduro aveva visitato una base militare durante un'esercitazione, volta a scoraggiare un eventuale intervento armato statunitense. Visita che aveva lo scopo, soprattutto, di incoraggiare e mostrar vicinanza ai militari che restano in larga parte fedeli al presidente formalmente eletto, anche se illegittimo secondo buona parte della comunità internazionale.

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