India: proteste contro la "rivoluzione femminile"

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Diritti d'autore REUTERS/Stringer
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Di Eloisa Covelli
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Contestazioni dei tradizionalisti nella capitale del Kerala: 600 arresti

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1400 persone sono state arrestate nello Stato indiano del Kerala per i disordini creati dai manifestanti tradizionalisti per protestare contro l'ingresso del 2 gennaio delle due donne (a cui si è aggiunta una terza il giorno dopo) nel tempio sacro indù. Le donne hanno semplicemente applicato, con l'aiuto della polizia, una sentenza della Corte suprema che ha fatto cadere il divieto di ingresso per le donne in età fertile.

L'uguaglianza di genere è fortemente sostenuta dal governo locale di sinistra che ha anche organizzato una catena umana di donne di 620 chilometri per riconoscere i loro diritti. E infatti il presidente del Kerala è il bersaglio numero 1 dei tradizionalisti che bruciano nelle manifestazioni le immagini che lo ritraggono.

Persino il primo ministro indiano è contrario alla caduta del divieto. "Tutti devono avere i loro diritti - dice Narendra Modi - Ci sono alcuni tempi in India che hanno le loro tradizioni, per esempio in alcuni è vietato l'ingresso degli uomini e loro non ci vanno".

Certo la strada per il riconoscimento dei diritti delle donne è ancora impervia. Le manifestazioni si sono allargate anche alla capitale indiana Nuova Delhi.

Nuove manifestazioni si registrano nella giornata del 4 gennaio, anche se con una minore participazione.

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