Passi avanti per il vaccino contro l’Ebola

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Di Euronews
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Ebola: prime prove di efficacia per il vaccino sviluppato da Janssen

Prevedere un futuro senza l’Ebola. Una possibilità non semplice. Tante le domande. Al momento non c'è ancora un vaccino sicuro ed efficace contro la malattia, incubo per molti paesi africani.

In questa puntata di Futuris siamo andati in Sierra Leone per cercare delle risposte. E per ascoltare le storie di malati e sopravvissuti. "L’Ebola è una malattia reale, qualcuno sostiene che il virus sia stato fabbricato dall'uomo ... No, l'Ebola è reale, è un vero virus, conosco gli effetti dell'Ebola in questo paese, quante persone sono state uccise da questa malattia proprio davanti ai miei occhi", racconta una donna. "Sono stata in isolamento per due settimane, eravamo in undici in quel reparto, io ero l'undicesima, ero lì da un po’ di tempo e otto persone sono morte, solo tre di noi sono sopravvissuti, otto sono morti.

"In un breve periodo di tempo, abbiamo perso circa 11 medici - ci dice un dottore. "Nel paese c’erano meno di 200 dottori. È un'esperienza orribile vedere un collega essere trattato come le vittime dell’Ebola. Pochi giorni dopo il decesso sai che sarai proprio tu a disinfettarlo e metterlo nella camera mortuaria".

**Una nuova era per la diagnosi e il trattamento
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Siamo nel cuore del più grande focolaio di Ebola: qui in Sierra Leone e nei paesi vicini dell'Africa occidentale come Liberia e Guinea, i morti sono almeno 11.300. Circa 28.000 le persone contagiate dalla malattia tra dicembre 2013 e maggio 2016. Una crisi sanitaria senza precedenti che ha portato a fare numerose ricerche per combattere questa malattia mortale e per trovare un vaccino sicuro ed efficace. Uno sforzo che, secondo i ricercatori che lavorano qui sul campo in cliniche come questa , sta iniziando a dare i suoi primi risultati.

Nel 2014 Emma aveva 23 anni. Stava studiando Management a Freetown, la capitale del paese. Sapeva che un virus mortale, trasmesso attraverso i fluidi del corpo, stava causando molta sofferenza. Poi un giorno si è trovata ad avere febbre alta, diarrea, vomito e dolori articolari. "Il mio amico ha perso suo padre, sono andata a trovarlo, sono rimasta lì per tre giorni quando il padre è morto. L'hanno seppellito ed io stavo nella loro casa, solo dopo che l'hanno seppellito sono andata via. Mi sentivo così disperata in quel momento ... La malattia mi stava lacerando, avevo paura, perché mi avevano detto: "una volta che ti ricoverano nel centro di trattamento non ne uscirai più"; così ho iniziato a non uscire più dalla mia camera", racconta Emma Bangura.

Emma è rimasta in isolamento per 6 giorni a casa e poi è stata portata in una clinica locale. Alla fine ha vinto la sua battaglia contro l'Ebola, ma è stata durissima Ha dovuto interrompere i suoi studi, il suo futuro è molto incerto. La regione in cui vive Emma è stata pesantemente colpita dall'epidemia. Interi villaggi sono stati messi in quarantena. Molte famiglie vivono divise per paura del contagio. L'economia locale è crollata.

Ecco perchè un team selezionato di scienziati provenienti da un progetto di ricerca europeo ha iniziato a testare un nuovo vaccino per prevenire la malattia. La sperimentazione clinica in corso in Sierra Leone vede impegnati oltre 1000 volontari sani, compresi adulti e bambini di età compresa tra 1 e 17 anni. Ad ogni bimbo di 2 anni viene fatta un'iniezione, sotto l'occhio vigile della sua mamma e delle infermiere, come Isha Kanawah, che fa notare questo è un test, non sappiamo ancora se riuscirà a curare e a prevenire la malattia.

Tutti i volontari vengono seguiti attentamente prima e dopo la somministrazione delle iniezioni. I medici informano regolarmente i volontari e le loro famiglie sulla malattia che stanno cercando di prevenire. Per Michael Morlai Kamara, medico e ricercatore presso l'Università della Sierra Leone, l'Ebola è una delle tante febbri emorragiche virali, precisamente una malattia multisistemica, che può attaccare quasi tutti gli organi del corpo, può colpire gli occhi, le orecchie, i vasi sanguigni, la pelle. Quasi tutto, anche il sistema riproduttivo.

Incubo Ebola in Africa

Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il tasso di mortalità della malattia varia dal 50% al 90%. Molti dei medici coinvolti nella sperimentazione clinica erano in prima linea durante il boom dell'epidemia. "Nessuno era al sicuro, e questo mi ha motivata a intraprendere questo lavoro, per lavorare tutti insieme a questo vaccino per evitare che queste cose accadano di nuovo", ci dice la Dott.essa Bangura. E in effetti il nuovo vaccino sperimentale sta mostrando risultati incoraggianti, almeno secondo i medici. "Abbiamo appreso che è sicuro e i pazienti stanno producendo anticorpi nel sangue contro il virus, una cosa questa molto promettente", prosegue la Dott.essa Agnes Bangura.

I campioni di sangue dei volontari vengono analizzati nei laboratori locali. Queste strutture non esistevano prima dell'epidemia di Ebola e sono state costruite da zero. Senza contare che la regione non era nemmeno collegata alla rete nazionale, quindi i ricercatori hanno dovuto collegarsi a dei generatori per utilizzare le sofisticate apparecchiature utilizzate qui.

Ken Awoundo, biomedico della "Scuola di igiene e medicina tropicale di Londra" racconta che al momento si sta esaminando la sicurezza, se il vaccino è sicuro prima di somministrarlo al nostro paziente volontario. "Stiamo valutando l'efficacia, ovvero se il vaccino potrà essere in grado di funzionare e prevenire la malattia. In terzo luogo, guardiamo l'immunogenicità, ovvero quello che riguarda il sistema immunitario, quello che questo riesce a fare, se il corpo può combattere la malattia, i virus, e nel nostro caso l'Ebola.”

Tra ricerca e speranza

Siamo nei Paesi Bassi dove il nuovo regime vaccinale, sperimentato in Sierra Leone, è in fase di sviluppo e viene monitorato costantemente. Questo metodo richiede due vaccinazioni con due diversi vaccini. Una strategia, dicono i nostri ricercatori, che vuole fornire potenzialmente un'immunità migliore e più duratura contro una pericolosa famiglia di virus.

Secondo Johan Van Hoof, Direttore presso l'Istituto "Vaccines and Prevention" di Janssen quando vieni infettato, il virus si riproduce molto rapidamente. "Hai milioni e milioni di virus nel sangue e questo porta a una mortalità molto elevata. Questo implica anche che la protezione immunitaria di cui hai bisogno per ottenere un vaccino deve essere estremamente alta per essere in grado di far fronte a un tale carico di virus: l’Ebola non è scomparsa dal corpo, non andrà via, sarà lì e tornerà ancora.”

Ricerche di laboratorio e coinvolgimento attivo delle comunità locali: sono elementi essenziali per questi studi clinici lunghi e complessi come questo. "Il medico sul campo spiega il nuovo vaccino, le procedure dello studio, spiega perché facciamo quello che facciamo ... tutte queste informazioni aiutano davvero i volontari a capire lo scopo e questo aiuta a rendere i nostri test più efficaci", dichiara Macaya Douoguih, capo dello sviluppo clinico e affari medici presso l'Istituto "Vaccines and Prevention" di Janssen.

Il nuovo regime vaccinale

Anche se il lavoro dei ricercatori è lungo e complesso, loro sono molto ottimisti. La comunità scientifica ritiene che questo nuovo regime vaccinale possa dare ottimi risultati, come sottolinea anche Kerstin Luhn, a capo della divisione specifica sull'Ebola presso l'Istituto "Vaccines and Prevention" di Janssen.

Un grande sforzo per i medici e scienziati, svolto anche grazie a farmaci innovativi, e alla più grande partnership pubblico-privata del mondo nel campo medico-scientifico.

Un progetto costato oltre 3 miliardi di euro e cofinanziato dalla Commissione europea e dall'industria farmaceutica europea. Obiettivo: condividere le conoscenze per sviluppare una nuova generazione di vaccini, medicinali e trattamenti contro una miriade di malattie, compresa l'Ebola.

"Il mondo era davvero molto preoccupato per quello che l'epidemia di Ebola stava provocando e nessuno poteva prevedere cosa poteva accadare. Così siamo stati in grado di mobilitare sia la parte delle industrie che il settore pubblico molto rapidamente, per questo programma sull’Ebola che include non solo i vaccini ma anche la diagnostica, e altre cose", spiega Pierre Meulien, Direttore Esecutivo presso l' "Innovative Medicines Initiative".

Intanto i sopravvissuti guardano a un futuro migliore ma non dimenticano. A una maestra di una piccola scuola della Sierra Leone era stata diagnosticata l’Ebola nelle prime fasi dell'epidemia. Ora parla spesso ai suoi studenti e alla sua famiglia di come prevenire la malattia. "Conosco i segnali e ciò che non dovresti fare, non dovresti giocare con i malati, non devi mangiare carne, specialmente la selvaggina, non devi condividere alcune cose con la persona malata, come ad esempio usare una tazza quando qualcuno che è malato ha già usato quella stessa tazza, ora so tutto", ci racconta Kadiatu L. Bangura.

La ricerca su questo nuovo potenziale regime di vaccino contro l'Ebola è destinata a continuare. Una speranza reale per le nuove generazioni che vivono nelle zone a rischio.

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