La "Davos del deserto" al via, all'ombra del caso Khashoggi

La "Davos del deserto" al via, all'ombra del caso Khashoggi
Di Cinzia Rizzi

Si è aperto il forum d'investimento a Riad. Nonostante la defezione di decine di relatori, l'Arabia Saudita firmerà accordi commerciali per oltre 50 miliardi di dollari

Ha aperto i battenti la cosiddetta "Davos del deserto", il forum internazionale d'investimento, organizzato a Riad dal Future Investment Initiative. Avrebbero dovuto parteciparvi più di 150 relatori, ma una quarantina, tra ministri e amministratori delegati di grandi aziende occidentali hanno fatto un passo indietro dopo lo scoppio del caso Khashoggi.

"Stiamo attraversando una crisi, derivante dall'incidente deplorevole e ripugnante che ha avuto luogo in Turchia", ha dichiarato il ministro dell'Energia saudita, Khalid Al-Falih. "Ma il regno sta attraversando una trasformazione storica di proporzioni senza precedenti. Ci stiamo trasformando e questa trasformazione non verrà fermata".

L'Arabia Saudita firmerà comunque accordi commerciali durante il forum, per oltre 50 miliardi di dollari, nei settori petrolifero, del gas, delle infrastrutture e in quello industriale. E, come spiega l'analista tedesco Joachim Klement, sono proprio le compagnie petrolifere a non poter perdere un cliente come Riad: "Molte società possono permettersi di perdere clienti sauditi, ma compagnie petrolifere e industria energetica non possono farlo, semplicemente perché l'Arabia Saudita è uno dei tre più grandi produttori petroliferi al mondo".

L'Arabia Saudita non ha assolutamente intenzione di scatenare un embargo petrolifero come quello del 1973 e farà di tutto per separare gli affari commerciali da lla politica. Anche se l'ombra dell'ormai confermato omicidio del giornalista saudita, si allunga sempre più sul Regno.

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