Middle East: l'urlo contro la guerra di un collettivo di musicisti mediorientali

Middle East: l'urlo contro la guerra di un collettivo di musicisti mediorientali
Di Cristina Abellan Matamoros
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Dodici musicisti, guidati dall'iraniano Mehdi Rajabian, si sono uniti nella produzione di un album per lanciare un messaggio di pace condiviso e denunciare le violazioni dei diritti umani nel loro paesi

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Il compositore iraniano Mehdi Rajabian sta usando le sue abilità musicali per promuovere la pace in Medio Oriente, e non lo sta facendo da solo.

Il giovane compositore si è unito ad altri 12 musicisti dei paesi vicini per creare un album musicale collaborativo che trasmetta un messaggio di pace.

L'album "Middle East" riunisce artisti provenienti da paesi dilaniati dalla guerra come lo Yemen, la Palestina e la Siria.

Hanno partecipato al progetto anche musicisti provenienti da Turchia, Oman, Iraq, Giordania, Egitto, Libano, Bahrain e Tagikistan.

Una delle canzoni dell'album è stata composta da un richiedente asilo mentre era in viaggio verso l'Europa.

Rajabian ritiene che una delle violazioni dei diritti umani in Medio Oriente sia la "guerra fisica tra i paesi", perché "la distruzione causata dalla guerra è diventata normale per le popolazioni della regione".

"Come compositore, ho sentito che è giunto il momento di protestare con la musica contro le violazioni dei diritti umani in Medio Oriente. A mio parere, il popolo mediorientale è stanco delle violazioni dei diritti umani, e l'unico modo in cui ho potuto riunire tutte le voci di tutti i paesi mediorientali in un unico grido comune era la musica", ha detto ad Euronews.

I Guardiani della Rivoluzione hanno arrestato Rajabian insieme a suo fratello e un amico nel 2013, per aver diffuso musica ritenuta offensiva per le autorità iraniane e la religione del paese.

L'artista ventottenne ha vissuto un periodo di isolamento e ha intrapreso uno sciopero della fame duante la sua prigionia.

"Una persona non dovrebbe mai sperimentare due cose nella sua vita: la prigione e lo sciopero della fame. Essere in prigione è uccidere lo spirito e lo sciopero della fame uccide il corpo! Purtroppo, ho sperimentato entrambe le cose più volte".

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