Malta, Min.dell'Interno: "non c'era emergenza, nostro centro di coordinamento non coinvolto"

Malta, Min.dell'Interno: "non c'era emergenza, nostro centro di coordinamento non coinvolto"
Di Giorgia Orlandi
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Ai microfoni di Euronews Michael Farrugia che sui migranti adesso a bordo della Diciotti in attesa di istruzioni spiega:"abbiamo chiesto loro se avevano bisogno di aiuto. Hanno risposto di no. Non c'è mai stata chiamata d'emergenza, abbiamo rispettato il loro diritto alla libera navigazione"

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Un'altra crisi diplomatica tra paesi, altri migranti da ore in attesa di sapere dove sbarcare. Queste sono le foto più recenti della Diciotti, l'imbarcazione della Guardia Costiera con 177 migranti a bordo arrivati su un barcone dalla Libia, da giovedì in rada davanti al porto di Lampedusa, in attesa di ricevere istruzioni. Un ennesimo caso questo, di come gli sbarchi ormai siano diventati una questione politica.

190 migranti in tutto sono stati caricati tra mercoledì e giovedì a bordo della Diciotti, 13 di loro sono stati evacuati per cure mediche d'urgenza. A coordinare i soccorsi avvenuti in Sar maltese le autorità de la Valletta. Queste avrebbero fornito al barcone, prima che arrivasse la Diciotti, acqua, cibo e giubbotti di salvataggio. Il Centro italiano di coordinamento del soccorso marittimo di Roma, contattato dalla Guardia Costiera, avrebbe chiesto a Malta un porto dove sbarcare.

 Il ministro degli Interni maltese Farrugia in un tweet chiarisce: L'Italia non ha estremi legali per chiedere a Malta di fornire un porto sicuro. Lampedusa è il porto sicuro più vicino.

Si legge nella nota in cui si spiega che il barcone ha rifiutato l'aiuto della Marina maltese, insistendo di voler proseguire la navigazione verso l'Italia. Diversa la versione raccontata dal ministro Salvini che ha spiegato che le autoritè di Malta hanno prima intercettato il barcone per poi accompagnarlo verso le acque italiane. La nave della capitaneria avrebbe imbarcato a questo punto i migranti senza l'autorizzazione del Viminale.

Di nuovo tensione tra La Valletta e Roma dopo l'accordo trovato qualche giorno fa sull'Aquarius, in cui Malta sembra evitare un precedente qualificandosi come porto sicuro. Anche in quel caso Malta ha chiarito di non essere l'autorità Sar di competenza e che l'attracco era stato concesso esclusivamente su basi umanitarie.

PARLA IL MINISTRO DELL'INTERNO MALTESE MICHAEL FARRUGIA

Facendo seguito alla nota che ha diffuso ci può spiegare che cosa è accaduto?

Si trattava di una grande imbarcazione, che non era in condizioni di emergenza.

La Marina militare maltese ha chiesto ai migranti a bordo se volevano ricevere assistenza e, sebbene non volessero aiuto, la marina militare ha fatto il proprio dovere, accompagnando l'imbarcazione a distanza nel caso avessero bisogno. In quella circostanza avremmo offerto il supporto necessario. A quel punto una volta in acque internazionali abbiamo rispettato il loro diritto alla libera navigazione.

Il ministro chiarisce che il Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo di Malta non è mai stato coinvolto nel coordinamento della vicenda, e che le autorità della Valletta hanno rispettato il diritto alla libera navigazione dei migranti in acque internazionali.

Lei ha detto che l'imbarcazione non aveva elementi che facessero pensare ad una situazione di emergenza. Eppure lo IOM - e non solo - spiega che qualsiasi nave in arrivo dalla Libia non è in grado di affrontare il mare e dunque è automaticamente da considerare "in distress"

L'imbarcazione non è mai stata in difficoltà. Il nostro centro di soccorso marittimo non è mai stato coinvolto nel coordinamento delle operazioni. La marina militare ha offerto assistenza, l'imbarcazione dei migranti si è rifiutata di ricevere aiuto, dicendo che volevano andare in Italia. il Centro di Coordinamento di Soccorso marittimo non è mai intervenuto perchè non c'è mai stata una chiamata di emergenza.

Lei dice che non siete mai stati coinvolti. Ma le autorità italiane vi hanno contattato?

Gli italiani, a dire il vero i libici, hanno iniziato a chiedere informazioni sull'imbarcazione anche se sapevano che si trovava in acque libiche e che non c'era una situazione di emergenza. Per gli italiani il "distress", le condizioni di emergenza, si sono verificate quando il barcone è arrivato nell'area Sar maltese. Noi abbiamo rispettato la richiesta dell'imbarcazione una volta in acque internazionali di navigare liberamente. Un diritto che in acque internazionali va rispettato.

Lei cosa risponde alle affermazioni di Salvini? in queste ora sta dicendo che se l'italia viene lasciata sola dai Paesi europei sul caso Diciotti salta l'accordo sull'Aquarius.

Non mi esprimo su questo, lascio agli altri la risposta.

Essendo anche lei ministro dell'Interno, cosa ne pensa della politica sull'immigrazione di Salvini e dunque della chiusura dei porti?

Posso parlare di Malta, noi siamo rispettosi della legge internazionale e abbiamo partecipato a molti sbarchi. Posso parlare solo di Malta non degli altri Paesi

Ma lei non crede che l'idea di "porto sicuro", stia diventando una definizione ormai basata sul caso e su decisioni politiche ? abbiamo visto quanto è accaduto con la Sarost 5 in Tunisia

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Quando si parla di sicurezza meglio parlare di posto sicuro e non di porto sicuro, nel caso della Tunisia questa è da considerarsi un posto sicuro.

Il problema è che in Tunisia così come in Libia in diritti umani non vengono rispettati

Io mi limito a dire quanto è stato detto a livello internazionale, ovvero che la Tunisia è un porto sicuro. Non ho menzionato la Libia perché non è da considerarsi "place of safety". Capisco perché l'Aquarius non volesse riportare i migranti in Libia.

Sull'ipotesi che si possa arrivare ad una spartizione dei migranti a bordo tra i vari Paesi europei, il ministro risponde che probabilmente è quello che Roma chiederà e che sta all'Italia decidere cosa fare. Roma deve far sbarcare i migranti a Lampedusa, ha detto Farrugia, o in qualsiasi altro porto in Italia.

Alla domanda Se Malta parteciperà ad un'eventuale suddivisione dei migranti, Farrugia replica: lo abbiamo già fatto, ci atteniamo a quanto viene predisposto dalla Commissione Europea.

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