Tutti i partiti hanno formato alleanze, quindi nessuna delle forze politiche correrà da sola alle elezioni. Una corsa sostanzialmente a tre: tutti con l'obiettivo principale di ridurre gli alti livelli di astensionismo.
Grande attesa per le elezioni presidenziali messicane di domenica 1 luglio.
Tutti i partiti hanno formato alleanze, quindi nessuna delle forze politiche correrà da sola alle elezioni. Una corsa sostanzialmente a tre: tutti con l'obiettivo principale di ridurre gli alti livelli di astensionismo.
L'ultimo comizio di Andrés Manuel López Obrador, alla guida della coalizione populista di sinistra “Juntos haremos historia" (Insieme faremo storia), e dato in testa ai sondaggi, si è svolto in un luogo simbolico per il Messico: nel mitico stadio Azteca della capitale in cui si sono svolti in passato i comizi finali dell'attuale presidente Peña Nieto e del precedente Felipe Calderón: comizi che hanno preceduto le loro vittorie.
Ricardo Anaya, il 39enne candidato del Pan, partito di centrodestra che segue, ma a distanza, López Obrador nei sondaggi, invece, ha scelto lo Stato centrale del Guanajauto per il comizio finale, nella città di Leon.
Il terzo principale candidato José Antonio Maede, dello storico Partito Istituzionale Rivoluzionario, per l'appuntamento finale con gli elettori, ha da par suo scelto lo stato settentrionale di Coahuila.
La violenza ha raggiunto picchi senza precedenti in Messico negli ultimi anni, violenza che ha anche mietuto vittime tra i candidati: più di 122 quelli assassinati nelle ultime settimane.