Nuovo rimpallo di accuse dopo il responso dell'Opac, che ha confermato una responsabilità di Mosca nell'avvelenamento della spia doppioggiochista
Il Cremlino continua a negare ogni responsabilità nell'avvelenamento dell'ex spia russsa Sergej Skripal e di sua figlia Yulia: dopo il responso dell'Opac, che ha dato ragione all'Inghilterra, confermando l'utilizzo di un agente nervino sviluppato in Russia, l'ambasciatore russo in Regno Unito, Alexander Yakovenko, torna a rivolgere accuse molto pesanti alle autorità britanniche.
"Le indagini - ha dichiarato Yakovenko - sono condotte nel modo meno trasparente che si possa immaginare. Il governo britannico rifiuta del tutto di cooperare con le autorità russe. Abbiamo l'impressione che stiano deliberatamente perseguendo una politica di distruzione di ogni prova possibile, vietandoci inoltre l'analisi dei rimamenti materiali, allo scopo di rendere impossibile un'indagine indipendente e trasparente".
L'Organizzazione per la proibizione delle armi chimicche ha confermato che per l'avvelenamento degli Skripal sarebbe sarebbe stato usato il Novichok, un agente nervino brevettato e prodotto in Russia.
Secondo una letttera inviata dal consigliere britannico per la sicurezza al segretario generale Nato Jens Stoltenberg, cyber specialisti legati al Gru - l'intelligence militare di Mosca - avrebbero spiato le comunicazioni della spia doppiogiochista e di sua figlia almeno dal 2013
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