Rebus alle urne: Cipro e lo spettro della crisi

Foto: REUTERS/Yiannis Kourtoglou
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Di Marios Ioannou

Più ancora che la riunificazione, a dominare inquietudini e campagna presidenziale sono le inquietudini sul futuro dell'economia. A cinque anni dalla crisi che portò l'isola a un passo dal baratro, le voci di una popolazione divisa fra rabbia e "fatalismo ottimista"

Promesse, speranze e soprattutto la lunga ombra della crisi, che cinque anni fa aveva portato il Paese a un passo dal fallimento. Alla vigilia del ballottaggio di questa domenica, più ancora che la riunificazione, a dominare campagna presidenziale e inquietudini della popolazione, sono a Cipro lo stato e le prospettive dell'economia nazionale. 

Abitudini spazzate via e assenze di prospettive che spingono all'estero: la sofferenza dei giovani

"Stiamo attraversando tempi duri - ci racconta un giovane -. I soldi non bastano mai. Per noi giovani, tante cose a cui eravamo abituati non esistono più. Abbiamo dovuto rinunciarci. Senza parlare poi delle difficoltà a mettere su famiglia in queste condizioni. È molto difficile". "Mi auguro soprattutto un calo della disoccupazione - replica poi una ragazza -. Molti giovani che escono dall'università si ritrovano senza lavoro. Ci vorrebbero nuove prospettive e possibilità d'impiego nei loro settori di specializzazione. Solo così non sarebbero più costretti a scapparsene all'estero". 

"A Cipro la crisi è come l'influenza: viene e va"

In altri a dominare sembra invece essere una sorta di fatalismo ottimista. Che a vincere sia il Presidente in carica Anastasiades o lo sfidante Malas, dicono, ce la caveremo come abbiamo sempre fatto. "I tempi duri, per l'economia, qui a Cipro sono come l'influenza per i bambini - riassume un uomo di mezz'età -. Vengono e vanno con grande facilità. Riusciamo sempre a venire a capo delle crisi che ci troviamo ad attraversare e sarà di nuovo così". 

Rebus alle urne: l'alternativa è fra minacciosa continuità e salto nel buio 

Se Anastasiades rischia di scontare soprattutto l'associazione con gli anni bui che l'economia cipriota ha da poco vissuto, Malas è peraltro da molto visto come un'incognita. Un bivio che riflette le spaccature nelle opinioni rilevate dall'inviato di euronews. "Cinque anni dopo la crisi economica a Ciprio - riassume il nostro Marios Ioannou - i cittadini sono in proposito ancora molto divisi. Molti sono convinti che la situazione migliorerà. Tanti altri non credono invece in questa possibilità".

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