Sette dipendenti in libertà provvisoria da luglio, in carcere quattro figure di primo piano. L'accusa è di aver sostenuto organizzazioni terroristiche. Rischiano fino a 43 anni di carcere.
È ripreso il Turchia il processo contro 17 giornalisti, dirigenti e altri dipendenti del quotidiano di opposizione Cumhuriyet, emblematico dei freni alla libertà di stampa nel Paese. Sette collaboratori sono in libertà provvisoria, mentre quattro figure di primo piano restano in carcere. L’accusa è di aiuto a tre organizzazioni terroriste: i curdi del PKK, un gruppo markista e il movimento del predicatore Gulen. Rischiano fino a 43 anni di prigione.
All’esterno vari deputati del partito CHP e del filocurdo HDP hanno letto dichiarazioni a favore della libertà di stampa. L’organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa ha chiesto la liberazione di tutti gli imputati.
Nel Paese – ricordano i manifestanti – 160 giornalisti sono in carcere.