Il Dipartimento di Stato Usa ribadisce che la vendita di F‑35 alla Turchia resta bloccata finché Ankara non abbandona i sistemi russi S‑400. Nonostante colloqui con Washington, la legge Usa mantiene i limiti
Gli Stati Uniti confermano che non venderanno F‑35 alla Turchia finché Ankara possiede e opera i sistemi di difesa russi S‑400.
La posizione ufficiale di Washington rimane dunque ferma: qualsiasi trasferimento di caccia stealth statunitensi deve rispettare pienamente la legge americana, in particolare la Countering America’s adversaries through sanctions act (Caatsa) e le disposizioni del National defense authorization act (Ndaa).
Un alto funzionario del Bureau of Legislative Affairs del Dipartimento di Stato ha chiarito la posizione in risposta a una lettera inviata il 25 settembre da un gruppo di membri del Congresso guidato dal deputato Chris Pappas, in cui si chiedeva chiarezza dopo alcune notizie su possibili colloqui tra Stati Uniti e Turchia per il reinserimento di Ankara nel programma F‑35.
Nella sua risposta, l’amministrazione ha sottolineato che gli Usa hanno informato formalmente il governo turco del quadro giuridico e politico vigente, evidenziando che il possesso degli S‑400 rende la Turchia non idonea all’acquisto di F‑35.
La Turchia era stata espulsa dal programma F‑35 nel 2019 a causa dell’acquisto dei sistemi russi, con conseguenti sanzioni e l’applicazione della sezione 1245 del Ndaa, che vieta il trasferimento dei caccia a Paesi che mantengono tali sistemi.
Nonostante i colloqui in corso tra Washington e Ankara, che vengono descritti come “fruttuosi”, la legge statunitense resta il principale ostacolo giuridico: la Turchia non potrà tornare nel programma F‑35 finché non rinuncerà agli S‑400.
Da parte sua, il governo turco conferma di non aver modificato la propria posizione sui sistemi russi, pur sostenendo che una soluzione potrebbe essere trovata attraverso il dialogo diplomatico.