Moschea distrutta a Mosul "segnale di resa dell'Isil"

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Di Salvatore Falco
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La distruzione della moschea al-Nuri e del minareto Al-Hadba di Mosul è “una dichiarazione ufficiale di sconfitta” da parte dell’Isil. Lo sostiene il premier iracheno Haider al-Abadi raccontando che l’Isil li ha fatti saltare in aria quando l’esercito di Baghdad era arrivato a 50 metri dal luogo dove, nel 2014, Abu Bakr Al-Baghdadi, aveva annunciato la creazione del Califfato.

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Per gli iracheni si tratta di un crimine storico.

“L’Isil ha mostrato la sua mostruosità con la distruzione dell’Iraq e specificamente il minareto di Hadba – dice il giornalista Ameer al-Khfajy – Chiediamo a tutte le organizzazioni della società civile irachena e alle organizzazioni per i diritti umani di inquadrare questi crimini come crimini terroristici”.

La distruzione della moschea segna un punto di svolta nella battaglia per la riconquista di Mosul, iniziata circa otto mesi fa e che ha causato la fuga di 850mila persone. Le forze di sicurezza hanno ucciso anche il responsabile del materiale esplosivo dell’Isil a Mosul ovest.

Le organizzazioni internazionali stimano che oltre 100mila civili, di cui la metà sono bambini, siano ancora intrappolati nella Città Vecchia, l’ultimo quartiere ancora controllato dai miliziani jihadisti.

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