Mohammed al-Haj da un anno è un rifugiato, “status”: http://www.
PUBBLICITÀMohammed al-Haj da un anno è un rifugiato, “status”: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Migranti-profughi-e-rifugiati-ecco-significati-e-differenze-d7c2f4b7-3f7f-4e74-9237-29da18e13075.html?refresh_ce sancito e definito nel diritto internazionale.
Cinque giorni su sette, di buon ora la mattina, si reca al corso di tedesco in questo centro a Saarbrücken.
In Germania, la sua quotidianità è scandida dalle regole previste per un profugo di guerra.
Nell’ottobre del 2012 comincia a fare volontariato nell’ospedale della sua città, Aleppo.
Non è né medico né infermiere, ma il dramma che gli ha portato via 25 amici, scuote la sua coscienza:
“Se il mio Paese non fosse stato in guerra non avrei avuto questa crisi di coscienza, non ho potuto fare altrimenti che venire qui e adattarmi.
È una situazione complessa, chi fugge non si trova in una situazione piacevole; siamo obbligati a adattarci è la sola cosa che possiamo fare”.
Mohammed è arrivato in Germania nel settembre dell’anno scorso, all’epoca dell’ondata migratoria che ha travolto il Paese.
È passato dalla Turchia e ha attraversato i Balcani:
“È molto difficile, io sono qui, la mia famiglia altrove e quanto accade nel mio Paese non mi aiuta.
Posso sembrare calmo, in realtà dissimulo”.
Mohammed riceve 370 euro al mese dal governo, che paga il suo affitto le spese annesse e il suo corso di tedesco. Leggi anche questo
Si sente un privilegiato e parla al telefono con la famiglia rimasta in Turchia via whatsapp.
“Vorrei tanto che la vita mi riservasse belle cose, qui o altrove; spero di studiare, laurearmi, così da trovare un lavoro e aiutare la mia famiglia e il mio Paese”.
Mohammed è determinato e vuole riuscire, a ottobre farà l’esame per ottenere il 3°livello di tedesco.