Da schiava del sesso ad ambasciatrice. L'odissea yazida alle Nazioni Unite

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Di Diego Giuliani
Da schiava del sesso ad ambasciatrice. L'odissea yazida alle Nazioni Unite

Le Nazioni Unite nominano ambasciatrice delle vittime del traffico degli esseri umani un cocente simbolo delle proprie sconfitte.

Qui il comunicato delle Nazioni Unite con il resoconto della nomina di Nadia Murad

Accolta da un Ban Ki-moon che si è detto “commosso fino alle lacrime”, l’ex schiava del sesso irachena – ora nominata al Nobel per la pace – Nadia Murad, ha tenuto venerdì all’Assemblea un vibrante discorso sull’odissea della comunità yazida a cui appartiene.

L’ex schiava del sesso all’Assemblea: “Noi Yazidi vittime di un genocidio”

“Come sapete, la notte del 3 agosto 2014 tutto è cambiato. L’ISIL ha iniziato a rapirci, a ucciderci, a violentare le nostre donne. È stato un genocidio. Migliaia di Yazidi sono stati uccisi e migliaia di donne e bambini sono stati rapiti, solo perché Yazidi. Insieme ad altri, io sono stata portata a Mosul. Sono stata usata. Hanno fatto di me quello che volevano, ma sono stata fortunata. Con il passare del tempo ho trovato il modo di scappare, mentre altri non ce l’hanno fatta. E sono ancora nelle mani dell’ISIL”.

L’accusa della moglie di Clooney: “Mi vergogno. L’ONU è stata impotente”

Ad accompagnarla l’avvocato libanese per i diritti umani e moglie di Clooney, Amal Alamuddin Clooney, che ha fustigato l’ONU per la sua incapacità a impedire questi crimini. “Vorrei poter dire che sono orgogliosa di essere qui – ha detto – ma invece mi vergogno del fatto che l’ONU non abbia saputo impedire e prevenire un simile genocidio”.

L’odissea degli Yazidi: perseguitati dall’ISIL perché considerati eretici

Gli Yazidi sono una minoranza curdofona perseguitata dagli jihadisti perché accusata di eresia dall’ortodossia islamica. Più di 3.000 quelli che si stima siano ancora nelle mani del sedicente Stato Islamico.